La Food and Drug Administration, l”ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, alza un vero e proprio muro contro l’ivermectina, un farmaco certificato dal 1996 e rintracciabile sul mercato a basso costo, eppure ritenuto “non sicuro” contro il Covid-19. A chiedersi il perché dell’attacco al farmaco da parte dell’ente ci pensa il Wall Street Journal che in un’inchiesta ha sciorinato i numeri soddisfacenti che la medicina ha ottenuto nella lotta al virus che da oltre un anno e mezzo sta tenendo l’intero globo col fiato sospeso.



Secondo l’autorevole quotidiano di New York l’ivermectina combatte in maniera efficace 21 virus, tra cui anche il SARS-CoV-2 riuscendone a ridurre la carica virale nelle cellule del 99,8% in 24 ore e de 99,98% in due giorni. Numeri strabilianti che consiglierebbero l’utilizzo immediato del farmaco che però, nella fase di emergenza sanitaria, non è stato preso in considerazione dal governo americano. Dei 115 pazienti trattati con la medicina, inoltre, nessuno avrebbe contratto polmoniti o complicazioni cardiovascolari, il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva è ai minimi (solo lo 0,1%) e il processo di negativizzazione è stato molto veloce: quattro giorni invece di 15. La mortalità, secondo lo studio presentato dal WSJ, è solo del 13,3% contro il 24,5% dei pazienti non trattati col farmaco.



IVERMECTINA, UN FARMACO CHE PREVIENE IL VIRUS

Secondo uno studio citato dal quotidiano americano, un articolo del 2020 del Biochemical and Biophysical Research Communications, il farmaco previene l’infezione da Covid-19. Tutti i familiari di persone positive al virus che lo hanno avuto somministrato, infatti, sono rimasti immuni, solo l’8% ha contratto il coronavirus. Inoltre il farmaco sarebbe del tutto sicuro, in quanto dal 1998 ad oggi sono stati rilevati solo 28 casi di gravi effetti neurologici. A non far quadrare i conti è poi l’utilizzo incondizionato della medicina in casi di gravidanza, ma anche la somministrazione possibile a bambini e neonati.



Perché l’attacco? E’ la domanda alla quale vorrebbe rispondere il quotidiano che però, dopo l’analisi attenta dei dati, continua a puntare il dito contro la Food and Drug Administration. A dir la verità, uscendo dal territorio americano, anche l’Agenzia Europea del farmaco boccia l’utilizzo dell’ivermectina. Sul sito dell’EMA si legge: “L’EMA ha esaminato le ultime evidenze sull’uso di ivermectina per la prevenzione e il trattamento di COVID-19 e ha concluso che i dati disponibili non ne sostengono l’uso al di fuori di studi clinici ben progettati. Nell’UE l’uso dei medicinali a base di questo principio attivo non è autorizzato per COVID-19 e l’EMA non ha ricevuto alcuna domanda per autorizzare tale uso”.