Uno studio, condotto dal gruppo di ricerca in Psichiatria e Psicobiologia clinica dell’Irccs presso l’ospedale San Raffaele di Milano, i cui risultati sono stati pubblicati su Brain, Behavior, & Immunity – Health, dimostra che le forme gravi del Covid-19 alterano il cervello. I ricercatori, in base a quanto ricostruito da Adnkronos, hanno analizzato gli organi di quarantadue persone di un’età media di 52 anni, i quali prima di contagiarsi non avevano mai avuto disturbi depressivi né presentavano lesioni cerebrali, ed evidenziato dei cambiamenti.
Le alterazioni, in particolare, riguardavano la struttura della materia bianca, il volume locale della materia grigia e la connettività funzionale, ovvero il modo in cui le diverse aree cerebrali comunicano tra loro. “In particolare, si osserva un’associazione sia del volume della materia grigia sia dell’integrità della materia bianca, a cui si aggiunge una ridotta connettività funzionale, con i sintomi presentati nel long Covid e con l’infiammazione durante la fase acuta della malattia”, ha detto il dottor Francesco Benedetti. Le manifestazioni sono in linea con quanto accade con coloro che sviluppano disturbi depressivi.
Covid, forme gravi alterano cervello: una scoperta importante
Lo studio sul Covid-19 è stato fondamentale per evidenziare come le forme gravi della malattia alterano il cervello. I risultati, infatti, mettono l’accento sul fatto che i sintomi depressivi che appaiono dopo la guarigione non devono essere sottovalutati. La durata della condizione, tuttavia, deve essere ancora valutata.
La scoperta della correlazione tra Covid-19 e depressione, ad ogni modo, non stupisce del tutto. “È noto da tempo che infezioni gravi, come quelle da influenza o da polmonite virale, possono precedere episodi di depressione maggiore”, ha aggiunto il dottor Francesco Benedetti ad Adnkronos. Le cause del fenomeno non sono ancora del tutto chiare, ma una ipotesi plausibile è che possa essere provocato dalla reazione del sistema immunitario all’agente patogeno. “A confermare questa possibilità c’è anche il fatto che depressione e infiammazione sono strettamente legate tra loro”, ha concluso.