Gli oltre mille casi al giorno di Coronavirus in Italia hanno reso impensabile la sola idea di riaprire stadi e palazzetti per riaccogliere i tifosi in vista della ripresa della stagione sportiva. Lo ha già dichiarato di recente il coordinatore del Cts Agostino Miozzo, che ha ribadito la priorità legata alla riapertura delle scuole ed ora gli fa eco anche Massimo Galli, primario di Malattie infettive all’ospedale Sacco di Milano. Anche lui intervistato da Il Messaggero, interpellato sulla questione taglia corto: “Mi pare sacrosanto: dobbiamo aprire le scuole, non gli stadi”. E sull’idea di riportare il pubblico in stadi e palazzetti, ha spiegato: “può avere gli stessi effetti che abbiamo visto nelle discoteche”. Galli dà ragione a Miozzo su tutta la linea e spiega perchè non possiamo permetterci di compiere ulteriori errori: “tra scuola e stadi non ci dovrebbe essere gara. Il calcio è uno spettacolo non essenziale che può essere fruito anche da casa. Come per le discoteche, qualsiasi situazione che determina un ammassamento di persone è insidiosa”. A suo dire il mantenimento delle distanze nello stadio è fattibile ma non lo è all’entrata e all’uscita. E sottolinea come la situazione sia ancora più critica per gli sport al coperto: “Fino a quando la situazione è questa bisogna rinunciare al superfluo. Siamo tornati a superare ampiamente le mille diagnosi al giorno, legate solo in parte al fatto che abbiamo aumentato i tamponi. Però l’andamento dell’epidemia ha caratteristiche non tali da rassicurarci”, ha ribadito.



GALLI, I TIMORI SU RIAPERTURA SCUOLE

Tra i nuovi positivi al Coronavirus si registra un numero enorme di asintomatici. Qualcosa sta cambiando? In merito il prof Galli replica: “C’è chi parla di virus modificato, cosa che io non credo ma stiamo completando uno studio proprio per avere risposte certe”. Rispetto alla riapertura della scuola ed a tutti i timori che ne derivano, Galli ha commentato: “Non sarei stato scandalizzato e non lo avrei ritenuto un fallimento se le scuole avessero aperto solo il primo ottobre, in una situazione in cui tutto fosse stato sistemato a dovere”. Innegabili le difficoltà che emergono ogni giorno, a partire dalle elezioni: “Se devi aprire le scuole, per poi chiuderle per le elezioni, infine le devi pulire e poi riaprire… Insomma, valeva la pena aspettare”. Ma ciò che realmente lo preoccupa è il fatto che “è difficilissimo ottenere il distanziamento a scuola”. Quali sarebbero le eventuali soluzioni? “Bisognerebbe valutare sistemi alternativi, magari a rotazione fare lezione da remoto per un terzo degli scolari di una classe. Infine, avremmo bisogno di più test e presenza sanitaria nelle scuole”. A lasciarlo perplesso, la misurazione della febbre a casa: “E avremo problemi quando cominceranno a esserci tutte le altre infezioni alle vie respiratorie, non mi è chiaro cosa succederà nelle varie regioni per il vaccino anti influenzale rivolto a bambini e ragazzi”. Pensabile, infine, l’esecuzione di tamponi ciclicamente agli studenti? Galli ha spiegato: “stiamo studiando un sistema, che velocizza i tempi: prelievo della saliva per gruppi, per classi, in modo da velocizzare i test. Se in una classe emergono tracce di coronavirus, allora si fanno i tamponi ai singoli studenti di quella classe. Si chiama pooling, ci stiamo lavorando”.

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