Francesco Zambon è intervenuto in qualità di ospite nel corso della puntata di “Cartabianca” andata in onda ieri sera, martedì 9 giugno 2021, su Rai Tre. L’ex dirigente italiano dell’Organizzazione Mondiale della Sanità divenuto celebre per il report sulla risposta italiana alla pandemia di Coronavirus, scritto nei primi mesi del 2020 e poi sparito dai radar (vicenda per la quale in questo momento è indagato a Bergamo il suo ex responsabile, il dottor Ranieri Guerra), ha detto la sua sulla situazione attuale connessa al virus.

In questo momento, a detta di Zambon, dobbiamo essere ottimisti, in quanto si va verso l’estate e si vedrà soltanto al termine dell’emergenza sanitaria cosa è stato fatto bene e cosa, invece, è stato fatto male. Non è però un vezzo scientifico cercare di capire se si sia trattato di uno spillover da un pipistrello  a un animale intermedio o se, invece, si sia trattato di una fuga dal laboratorio: “In quest’ultimo caso, si metterebbero in discussione gli esperimenti e le procedure di laboratorio, non ultime le procedure di smaltimento”.

ZAMBON: “IN CINA CI SONO DUE LABORATORI DI QUESTO TIPO E UNO SOLO TRATTA IL CORONAVIRUS…”

Ai microfoni di “Cartabianca” Zambon ha poi aggiunto che in Cina sorgono unicamente due laboratori di livello quattro e solo uno di essi tratta il Coronavirus: si tratta di quello di Wuhan. Quella di una fuga inizialmente era un’ipotesi giudicata altamente improbabile, ma ad oggi pare assumere via via più concretezza. “Una domandina è lecito porsela sull’origine del virus nel laboratorio di Wuhan – ha aggiunto Zambon –. Ricercare la genesi del virus è importante, ma non ho molta fiducia sulla commissione, come nella missione fatta dall’Oms. Credo sia stato eretto un muro di gomma da parte della Cina”. Cina che, giova ricordarlo, (è uno dei dati di fatto maggiormente ribaditi dallo stesso Zambon, ndr) ha contribuito alla nomina dell’attuale direttore generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.