Mentre negli States le inchieste sul covid – che si stanno concentrando sul ruolo e sulle decisioni prese da Anthony Fauci, che all’epoca era considerato una figura di spicco per la gestione dell’ignoto virus – procedono e in Italia vengono bloccate, il quotidiano La Verità è tornato all’attacco di chi gridava contro i ‘complottisti‘ che negli anni pandemici osarono criticare i diktat governativi. Il punto di partenza sono infatti proprio le dichiarazioni di Fauci, che da fermo sostenitore di mascherine, lockdown e vaccini è passato al riconoscere che forse alcune scelte erano state dettate più dal caos di una situazione mai affrontata prima che dall’evidenza di una scienza che dal 2019 ad oggi è stata tirata in ballo in ogni occasione utile, per giustificare questa o quella limitazione.



Numerosi i castelli da carta che stanno iniziando a cadere uno dopo l’altro a partire – ricorda La Verità – dall’origine del virus: la teoria dei ‘complottisti’ è che sia stato creato in un laboratori di Wuhan e poi sia in qualche modo uscito per raggiungere l’uomo; mentre la tesi ‘ufficiale’ era un grosso punto di domanda. Dove sta la verità? Forse nel mezzo, ma è singolare che Fauci – dopo aver smentito con uno pseudo paper la teoria dei complottisti già nel 2021 – pochi giorni fa abbia riconosciuto che la fuga dal laboratorio è un’ipotesi plausibile. Si unisce al coro anche la biologa Alina Chan che sul New York Times ha pubblicato un articolo in cinque punti per dimostrare l’origine innaturale del virus pandemico.



Tutte le bugie sul covid: “Vaccini dannosi, terapie ignorate e limitazioni inutili”

La Verità, però, non si ferma qui perché – appunto – i castelli di carta sono parecchi e il secondo che sembra prossimo a crollare è quello di parla delle terapie contro il covid: ricorderemo che nel 2020 Speranza si fece portavoce del protocollo “Tachipirina e vigile attesa” ignorando – assieme a tutti i suoi esimi colleghi internazionali – chi ipotizzava delle cure basate su antinfiammatori e antidolorifici. Salto avanti al giugno 2021 e sulla rivista EClinicalMedicine il noto Giuseppe Remuzzi si fa sostenitore dell’efficacia degli infiammatori utili – a suo dire – per ridurre “del 90% i giorni di ricovero dei pazienti covid”; ma se non basta possiamo anche citare un altro studio del 2022 pubblicato sul New England Journal of Medicine in cui si promuoveva la terapia con il plasma dei guariti proposta da De Donno che – nel frattempo – si era già tolto la vita a causa di chi lo additava come complottista.



Ma ancora, potremmo passare al capitolo lockdown – già oggetto di numerosi studi contrari alla loro efficacia tra cui uno redatto dall’Istituto sanitario tedesco -; oppure a quello mascherine citando nuovamente Fauci che ricorda come non ci fosse “alcuno studio” a sostenerne l’efficacia nei bambini; o anche al green pass per i vaccinati contro il covid, bocciato perfino dall’allora sostenitore Gianni Rezza che ha ammesso che “qualche eccesso lo avrei evitato” soprattutto dopo la scoperta che “con Omicron i vaccini non proteggevano dall’infezione”.

E veniamo all’ultimo (e forse più dibattuto) punto della gestione del covid: i vaccini. Inutile ricordare tutte le richieste di studi e approfondimenti, mentre sembra più interessante ricordare che attualmente AstraZeneca è coinvolta in una class action da parte delle vittime vaccinali e in uno studio pubblicato poco fa ammette che il farmaco poteva “provocare, in casi molto rari, trombosi con sindrome da trombocitopenia“.