Mentre crescono i casi di coronavirus in Italia, si infiamma il dibattito su come vengono diffusi i dati relativi alla pandemia. Seconda ondata? Anche dell’infodemia. Per raccontare il contagio, per fare il punto della situazione sull’epidemia, non ci si può limitare all’uso dei numeri assoluti. Ci sono elementi che il numero assoluto dei nuovi positivi non permette di valutare, come evidenziato dal Sole 24 ore nei giorni scorsi. Allo stesso modo non ha senso fare una classifica dei Paesi con più decessi espressi in numeri assoluti, perché il rapporto è ovviamente differente a seconda della popolazione. C’è poi la questione della descrizione della tendenza. Si tende a fare confronti con i giorni precedenti, ma le tendenze si valutato su periodi più lunghi per evitare “fattori di disturbo“, come il fatto che nel weekend si facciano meno tamponi e di conseguenza si trovano meno casi, senza contare i ritardi nella comunicazione dei dati della Protezione civile, come è spesso accaduto diverse volte in questi mesi.



NUMERI ASSOLUTI COVID: NON BASTANO, ANZI…

Utile può essere la media mobile, quella calcolata a partire dal dato giornaliero e da quelli di eguale numero di giorni precedenti e successivi. Importante per capire la gravità della situazione è il numero delle persone ricoverate, in particolare in terapia intensiva. Un dato importante, come evidenziato dal Sole 24 ore, non solo perché è un numero certo, ma anche perché l’aumento dei casi gravi rischia poi di seguire un aumento di decessi. Inoltre, le restrizioni nascono per scongiurare che il contagio cresca finendo per saturare i reparti di terapia intensiva. Quindi, la comunicazione del numero assoluto non è un problema solo di cattiva informazione, ma un rischio di generare un sentimento di paura. Contestualizzare i dati non vuol dire però minimizzare i rischi, ma descrivere al meglio la situazione. Sardegna, Campania e Lazio hanno superato i numeri della scorsa primavera, ma lo stesso non si può dire per le terapie intensive. Non bisogna dimenticare che il rischio esiste, anzi agire di conseguenza. Questi sono aspetti su cui sono intervenuti anche Flavio Briatore e Diego Fusaro. “Giocare con la paura della gente è una PORCHERIA!!! NON FANNO MAI LA PERCENTUALE“, ha scritto su Instagram l’imprenditore. “Emergenza? ‘Come l’araba fenice: che vi sia, ciascun lo dice; dove sia, nessun lo sa‘”, il tweet invece del filosofo.



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