Chi spera nell’immunità di gregge per sconfiggere la pandemia di Covid-19 rischia di restare deluso. Sembra infatti una prospettiva impossibile in base ai risultati di uno studio condotto in Gran Bretagna. Secondo questa ricerca, realizzata dall’Imperial College con Ipsos Mori, gli anticorpi scompaiono rapidamente dopo che si guarisce. Questo vuol dire che chi si può risultare nuovamente positivi al coronavirus. L’immunità sparisce in appena tre mesi. Le due organizzazioni hanno seguito 365mila persone dal 20 giugno al 28 settembre. Così hanno scoperto che il 6% delle persone aveva anticorpi contro Sars-CoV-2 quando il blocco delle restrizioni è stato allentato tra la fine di giugno e l’inizio di luglio. Ma all’inizio della seconda ondata, quindi a settembre, la percentuale delle persone con gli anticorpi è scesa al 4,4%. Inoltre, i ricercatori hanno scoperto che i giovani delle comunità nere, asiatiche e delle minoranze etniche, così come gli operatori sanitari, avevano livelli di anticorpi più alti, forse per un’esposizione ripetuta o maggiore al coronavirus.
IMMUNITÀ DI GREGGE? “ANTICORPI DECADONO IN 3 MESI”
Dallo studio è emerso anche che le persone asintomatiche hanno probabilità maggiori di perdere velocemente gli anticorpi rispetto a coloro che hanno manifestato i sintomi. Gli anziani tra l’altro ne soffrono di più: la quota di persone over 75 anni con gli anticorpi tra giugno e settembre è calata del 39%, mentre del 14,0% è diminuita quella dei giovani di età compresa tra 18 e 24 anni. La rapida diminuzione degli anticorpi suggerisce che ci si possa ricontagiare, di conseguenza la teoria della cosiddetta immunità di gregge è inapplicabile. Sarebbe possibile se il 50-60% della popolazione avesse la protezione contro il coronavirus, in modo tale che non possa più trasmettersi in maniera efficiente. Ma questo studio dimostra che è non è una strategia percorribile. “Se pensi che 95 su 100 persone siano ancora suscettibili di ammalarsi, capisci che si è molto molto lontani da qualcosa che assomigli a un livello di protezione della popolazione”, ha osservato Helen Ward, uno dei ricercatori di questo studio. Di conseguenza, l’immunità di gregge non rappresenta una strategia efficace per controllare e gestire il contagio.