Il professor Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Microbiologia molecolare all’Università di Padova, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Radio anch’io”, su Rai Radio 1, nella giornata di venerdì 6 maggio 2022. Una presenza, la sua, utile a tracciare un quadro aggiornato circa la pandemia di SARS-CoV-2 in Italia; la situazione sembra essere meno grave rispetto ai mesi invernali: “Siamo molto vicini all’immunità di gregge e lo dice l’andamento dell’epidemia, perché da mesi, nonostante le misure di restrizione siano estremamente blande, il numero dei casi è più o meno costante, con delle piccole oscillazioni quotidiane“, ha dichiarato con soddisfazione Crisanti.



Il problema vero rimane il numero dei morti, ancora troppo elevato: “Chiaramente il numero dei casi è la punta di un iceberg – ha aggiunto l’esperto –… Il totale dei decessi è costante, inaccettabile a mio avviso, ma questo significa che in qualche modo la situazione di equilibrio è stata raggiunta”.



ANDREA CRISANTI: “SOGGETTI FRAGILI AL LAVORO? SBAGLIATISSIMO”

Nel prosieguo del suo intervento radiofonico, Andrea Crisanti ha replicato che, a suo avviso, “bisogna cambiare paradigma, passando da una strategia che limitava la trasmissione del virus a una strategia che protegge i fragili, senza limitarne la libertà. Per esempio, c’è la legge, sbagliatissima, che ha fatto tornare al lavoro i soggetti fragili, il che significa, in una situazione di alta trasmissione del virus, esporli a condizioni di rischio. I fragili sono tutte le persone sopra gli 80 anni e quelle che hanno una o più condizioni patologiche che aggravano il decorso del Covid, quindi diabete, ipertensione e obesità, i pazienti oncologici, quelli trapiantati e se li sommiamo tutti non sono pochi”.



Occorre pensare anche e soprattutto a loro, ha concluso Crisanti evidenziando ancora una volta che tutti vanno protetti, perché è inaccettabile avere 150 morti al giorno, che sono 50mila all’anno, e ciò ci riporta al 1800, quando le malattie infettive erano la maggiore causa di morte”.