Il Covid è in calo globale? Secondo l’Oms non è proprio così, dal rapporto settimanale prodotto dall’organizzazione mondiale della sanità emerge che in realtà, i dati inviati dalle singole nazioni in merito ai contagi sono troppo pochi per dichiarare una netta controtendenza. Le segnalazioni infatti sono crollate, così come i tamponi e i test sulla popolazione, e per questo il virus sembrerebbe circolare meno. Invece la segnalazione del rapporto epidemiologico rileva, nonostante il calo a livello internazionale, localmente un aumento di infezioni, ricoveri e morti dovuti al Covid in molti paesi. Tra questi principalmente Corea, Australia e Spagna.



Per questo motivo l’Oms avverte che “non è possibile stabilire con esattezza una diminuzione complessiva, perchè il quadro fornito non è una rappresentazione accurata della situazione reale“. Lo riporta anche Quotidianosanità, che insieme al comunicato pubblica anche i dati dei singoli paesi, considerando la nota dell’organizzazione che dichiara che gli indicatori più attendibili al momento sullo stato della pandemia sarebbero proprio quelli relativi agli aumenti dei ricoverati e deceduti in seguito a infezioni.



Il Covid in calo globale? Rapporto Oms “Percentuali diminuite ma dati non attendibili”

I dati del rapporto OMS su contagi decessi e ricoveri in seguito a infezione da Covid, dimostrerebbero un netto calo della pandemia globale. Tuttavia, le segnalazioni sono troppo poche e il crollo dei test rapidi e tamponi potrebbe falsare le statistiche. Secondo l’organizzazione mondiale della sanità infatti, sarebbero più attendibili i dati sui ricoveri  e decessi che in alcuni paesi sono in aumento, rispetto a quelli che invece dimostrerebbero che i contagi sono diminuiti, proprio a causa della scarsità di comunicazioni. In ogni caso le percentuali sono molto basse, come evidenzia il documento settimanale.



In America e Sud Est Asiatico le più significative con -69% e -81%. Anche in Europa la situazione sembra essere migliorata nettamente con un 59% in meno. Considerato però che meno del 60% di tutte le nazioni mondiali ormai invia i rapporti periodici, ci sarebbero alcune zone nelle quali si registra un aumento del Covid considerato pericoloso. Soprattutto in Corea, Australia e Brasile che hanno segnalato tra il 14 ed il 25% in più di positivi ricoverati e decessi.