In Cina, colpita da una nuova ondata pandemica di Covid, è scattata la ricerca al farmaco italiano Udca, “italiano” perché del suo principio attivo è primo produttore mondiale l’azienda ICE (Industria Chimica Emiliana) di Reggio Emilia. Come riferito dal “Corriere della Sera”, il principio attivo sul quale ICE è particolarmente forte è l’acido ursodeossicolico (Udca), indicato per sindromi epatiche e biliari. Secondo uno studio pubblicato all’inizio del mese di dicembre 2022 su “Nature” e condotto da due ricercatori dello Stem Cell Institute di Cambridge (Teresa Brevini e Fotios Sampaziotis), vi sarebbero alcune evidenze (ancora da accertare nella loro interezza) secondo cui l’Udca potrebbe contribuire a evitare l’infezione da Coronavirus o, comunque, a renderne più blanda e sopportabile la sintomatologia.
Tuttavia, “gli autori stessi dello studio sottolineano però che non ci sono prove conclusive, che per avere conferme serve uno studio clinico molto più strutturato e comunque il farmaco non deve sostituire la vaccinazione: semmai, può accompagnarsi ad essa”. Malgrado questa precisazione, i medici in Cina hanno iniziato a prescrivere Udca a tutti i loro pazienti, anche a coloro che sono sani.
FARMACO ITALIANO UDCA, BOOM IN CINA CONTRO IL COVID: “PRESCRITTO A TUTTI”
Ecco allora che, nella landa del Dragone, il farmaco italiano Udca è balzato improvvisamente al primo posto della lista dei desiderata dei cittadini del Paese orientale. Tanto che le case farmaceutiche cinesi che assemblano il principio attivo (Xuantai Pharma e New China Pharma) hanno osservato le loro azioni letteralmente esplodere alla Borsa di Shanghai.
Amaro il commento di Federico Fubini, giornalista del “Corriere della Sera”: “Questo è quel che accade quando un governo, per puro nazionalismo, rifiuta di importare i vaccini più efficaci per il Covid solo perché essi derivano da tecnologie occidentali come l’mRNA. Ma naturalmente nessuno in Italia sta pensando di bloccare, solo per questo, l’export di principi attivi verso la Cina”.