Il virologo Roberto Burioni è intervenuto sulle colonne del quotidiano “La Repubblica” in edicola oggi, martedì 31 maggio 2022, commentando l’andamento della pandemia di Coronavirus in vista della stagione estiva. L’esperto ha esordito dicendo che non vi siano elementi sufficienti per prevedere come potrà comportarsi il virus nei mesi più caldi, ma si è comunque nelle condizioni di effettuare una previsione ragionata, partendo da un assioma: i virus a trasmissione respiratoria circolano molto di più nei mesi invernali.
Questo perché “prima di tutto d’estate si vive molto di meno al chiuso: si mangia, si fanno le feste, si fa sport, si cena e ci si vede all’aperto, dove la ventilazione naturale disperde i virus. Quando si sta al chiuso, poi, c’è maggiore ricambio d’aria, perché più spesso si tengono le finestre aperte. Le scuole, che sono un amplificatore efficacissimo degli agenti infettivi, sono chiuse e gli scolari non sono tutti insieme all’interno delle aule; infine, d’estate c’è più sole e i raggi ultravioletti sono molto efficaci nell’inattivare i virus”.
ROBERTO BURIONI: “IN ESTATE IL NUMERO DEI CASI SCENDERÀ”
Nel prosieguo del suo articolo su “La Repubblica”, Roberto Burioni ha proseguito dicendo che “dobbiamo ricordarci che un virus appena passato nell’uomo e non ancora ben adattato può avere una stagionalità alterata. Tuttavia, al netto di eventuali sorprese, è possibile che durante l’estate il numero di casi diminuirà, ma è altrettanto probabile che in autunno ci sarà una risalita delle infezioni. Quanto sarà grave questa risalita autunnale? Nessuno può dirvelo, perché entreranno in gioco fattori al momento completamente imprevedibili: per esempio, non sappiamo se emergeranno nuove varianti e non sappiamo quale sarà tra alcuni mesi la protezione residua derivante dalla vaccinazione”.
Si hanno, tuttavia, alcune imprescindibili certezze, acquisite in questi ultimi due anni: ad esempio, sappiamo che “i farmaci antivirali sono molto efficaci e dovremo essere in grado di somministrarli tempestivamente alle persone fragili che si ammaleranno”. E poi c’è il vaccino: “Nessuno vi può dire ora se ci sarà bisogno di un richiamo, chi dovrà sottoporsi ad esso e con quale vaccino si dovrà eseguire. Però sappiamo che è possibile, anzi probabile che di questo richiamo ci sarà bisogno”.