Riunioni segrete, una relazione finale approssimativa, nessun contratto, zero critiche. L’inchiesta europea sul Covid si è rivelata un flop, nonostante le premesse positive. Lo rivela Politico, ricostruendo quanto accaduto dal marzo 2022, quando il Parlamento europeo ha istituito una commissione speciale sul Covid per fare chiarezza sulle decisioni prese dai legislatori europei. Era stata interpretata come una spinta alla trasparenza, anche alla luce della bufera che ha travolto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, per i messaggi scambiati con l’amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, prima della firma del più grande contratto per i vaccini dell’Ue. Con la nomina dell’eurodeputata belga Kathleen Van Brempt a capo della commissione speciale è arrivato un altro segnale riguardo il fatto che si faceva sul serio, ma 16 mesi dopo non si sa nulla dell’inchiesta europea sul Covid. «Non sappiamo più nulla dei misteriosi testi e quel poco che sappiamo sui contratti per i vaccini proviene da fughe di notizie dei media», fa notare Politico.
Per capire cos’è successo bisogna soffermarsi su quanto accaduto il 30 maggio di quest’anno, a poco più di una settimana dalla riunione finale della commissione d’inchiesta. Un gruppo ristretto di eurodeputati della commissione è stato sottoposto ad un giuramento di segretezza ed è stato informato privatamente sull’esito di un nuovo accordo sui vaccini stipulato dalla Commissione europea con Pfizer. Non hanno però potuto prendere appunti o portare il cellulare nella sala riunioni. L’incontro stesso è stato tenuto segreto agli altri legislatori della commissione: l’assistente di un deputato che non era stato invitato ha dichiarato di aver scoperto la riunione per caso, quando si è imbattuto in un collega che ne stava parlando.
GLI INCONTRI SEGRETI CON PIERRE DELSAUX (HERA)
Dalle informazioni raccolte da Politico emerge che è stato Pierre Delsaux, capo dell’Autorità europea per la preparazione e la risposta alle emergenze sanitarie (HERA), a informare i partecipanti. Il quotidiano fa riferimento a due persone che erano presenti e che restano anonime visto che si tratta di informazioni riservate. Dunque, Delsaux ha fornito agli eurodeputati i dettagli degli aggiornamenti del mega-contratto dell’Ue per l’acquisto dei vaccini Pfizer nel 2021. HERA aveva condotto negoziati per ridurre il numero di forniture a seguito della richiesta dei Paesi europei in preda ad un eccesso di offerta. Questo è stato il secondo degli incontri segreti che ci sono stati.
Il primo si è tenuto quando le trattative erano ancora in corso, prima che l’accordo venisse finalizzato il 26 maggio. Fa specie, dunque, che un comitato nato sui presupposti della trasparenza abbia avuto degli incontri segreti. Peraltro, nell’ultimo anno i deputati della commissione si sono battuti per far luce sui negoziati tra la Commissione europea e Pfizer, in particolare sulle ombre attorno alle trattative preliminari, quindi allo scambio di messaggi tra Ursula von der Leyen e Albert Bourla. Quest’ultimo ha rifiutato due volte di interloquire con i legislatori, non essendo obbligato a comparire, mentre l’invito alla presidente della Commissione è stato respinto dalla Conferenza dei Presidenti del Parlamento, che le ha consentito di parlare ai leader parlamentari in privato.
LE DICHIARAZIONI FIRMATE PER NON RIVELARE DETTAGLI SULLE RIUNIONI
A vuoto anche la richiesta di accesso ai contratti sui vaccini. Alla fine, tutto è passato in silenzio. Infatti, il gruppo ristretto di eurodeputati delle riunioni segrete ha accettato di firmare dichiarazioni in cui si impegnava a non condividere le informazioni emerse negli incontri. In queste riunioni, comunque, non hanno avuto accesso neppure al contratto modificato, ma sono stati informati verbalmente dei dettagli, come le nuove quantità di vaccini, ridotte da 450 milioni di dosi a 260 milioni nell’arco di quattro anni. Cifre che però Politico non è in grado di confermare. Van Brempt ha affermato che il fatto che HERA fosse disposta ad aggiornare gli eurodeputati sia positivo, aggiungendo però che «questo non risolve la questione più ampia della mancanza di trasparenza per il pubblico in generale sui contratti tra l’UE e i produttori di vaccini». Inoltre, Politico rivela che nella relazione finale della commissione Covid sono stati attenutati i riferimenti alla trasparenza e, pur deplorando la mancanza di trasparenza nei negoziati, precisa che è stata «in parte giustificata dal rispetto del diritto alla riservatezza». Peraltro, è sparita pure la richiesta di rendere pubblici i contratti completi e non modificati.