Che gli anticorpi monoclonali possano rappresentare un valido alleato del genere umano nella lotta contro il Coronavirus non è più un mistero ormai e, in tal senso, ci sono novità. A rivelarle è il quotidiano “Il Corriere della Sera”, che ha incontrato e intervistato Rino Rappuoli, coordinatore del MAD (Monoclonal Antibody Discovery) Lab di Toscana Life Sciences, a Siena, nonché chief scientist e head external R&D di GSK Vaccines. Il team di ricercatori da lui diretto e coordinato è riuscito nell’impresa di identificare tre anticorpi ampiamente efficaci conto il Covid-19, ma soltanto uno di essi diverrà un farmaco. Un risultato eccellente ed entusiasmante, al quale si è giunti dopo un’accurata analisi del sangue di quindici pazienti affetti da Covid (oggi guariti o convalescenti) e ricoverati presso l’istituto Spallanzani di Roma o nell’azienda ospedaliero-universitaria senese.



RINO RAPPUOLI: “ANTICORPI SONO ARMI BIOLOGICHE”

In riferimento agli anticorpi monoclonali, il professor Rino Rappuoli, padre di diversi vaccini, fra i quali quelli contro il meningococco B e C, ha asserito di fronte ai microfoni de “Il Corriere della Sera”: Si tratta di armi biologiche che combattono il virus e il nostro obiettivo è usare queste molecole naturalmente presenti nel nostro organismo per produrre farmaci. Per isolare e purificare i tre anticorpi super potenti abbiamo studiato a fondo le cellule B dal sangue di pazienti convalescenti, isolando solo quelle in grado di riconoscere il virus: parliamo dello 0,1 per cento del totale”. E ancora: “Abbiamo identificato 450 anticorpi in grado di neutralizzare il Coronavirus, ma la maggior parte ha un effetto limitato per cui sarebbe necessario, una volta ottenuto il farmaco, ricorrere a dosi altissime per curare i positivi, per via endovenosa e, dunque, non possono diventare farmaci. Il nostro obiettivo adesso è produrre un farmaco, dal migliore di questi tre anticorpi trovati, che possa far guarire i pazienti positivi al Coronavirus in pochi giorni, con una dose da 1 millilitro che si può assumere anche a casa, avviando entro la fine del 2020 i test sull’uomo. La protezione dalla malattia si sviluppa in pochi giorni e dura all’incirca sei mesi”.

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