Covid, per gli infettivologi l’emergenza non è finita, non si deve abbassare la guardia soprattutto nei confronti della terapia preventiva per soggetti fragili e anziani. L’importanza delle cure a base di anticorpi monoclonali può fare la differenza nella prima fase del contagio. Questo è quanto emerge dal congresso di Bari degli specialisti dell’Icar-Italian conference on Aids and antiviral research, che nella stessa occasione hanno fatto il punto della situazione sulla terapia monoclonale somministrata come trattamento precoce su pazienti immunocompromessi, e over 65enni.
Il dottor Mario Clerici, direttore del dipartimento di Fisiopatologia Medico-chirurgica e trapianti dell’Università degli studi di Milano intervenuto in conferenza ha sottolineato l’importanza dell’anticorpo monoclonale Sotrovimab per la neutralizzazione del virus nella prima fase del contagio e l’uccisione delle cellule infettate dal Covid confermando che “è un’arma molto potente, in grado veramente di fare la differenza“.
Infettivologi sottolineano l’importanza delle cure monoclonali per infezioni Covid
Gli infettivologi in conferenza a Bari hanno evidenziato l’importanza delle cure con anticorpi monoclonali da somministrare subito dopo l’infezione da Covid in pazienti immunocompromessi, fragili e anziani over 65. Il professore di malattie infettive dell’Università di Sassari Giordano Madeddu, ha ribadito non solo che questo tipo di terapia è fondamentale, ma anche affermato che ancora purtroppo manca l’approccio di profilassi corretto che potrebbe fare la differenza, “non dobbiamo dimenticare il ruolo, ancora oggi importante, degli anticorpi monoclonali disponibili nel trattare precocemente i pazienti ‘old’ e ‘super old’ per ridurre il rischio di progressione di malattia“.
L’infettivologo Sergio Lo Caputo ha poi aggiunto “L’utilizzo degli anticorpi monoclonali in questa fase post pandemica nell’infezione da Covid-19 sicuramente ha un ruolo molto importante. Ormai anche la popolazione generale vuole giustamente dimenticare quello che abbiamo passato, però non dobbiamo assolutamente trascurare e tralasciare le persone fragili perché hanno una immunocompromissione indotta da alcune terapie o da altre patologie oppure per problemi di età“.