C’è un dossier sul Covid in Italia, in particolare i ricoveri, che preoccupa il governo, spingendolo a prender tempo per una settimana. L’idea è infatti quella di aspettare per capire come si svilupperà la curva dell’epidemia Covid e valutare la pressione sugli ospedali, oltre che l’impatto delle quarantene dei positivi sui servizi essenziali. A svelare il retroscena è Repubblica, secondo cui questo è uno dei motivi per i quali entro mercoledì scatterà la chiusura degli stadi al pubblico, se non si muoveranno prima le società. Sulla cautela pesano numeri e scenari. Il governo si aspetta un picco brusco della variante Omicron, quindi la salita sarà rapida, ma così pure la discesa. L’ipotesi è che arrivi a metà gennaio. Invece gli effetti sulle ospedalizzazioni si porteranno fino alla prima decade di febbraio.



A tal proposito, c’è un studio riservato che sta preoccupando in primis gli esperti dell’Istituto superiore di sanità (Iss) e del ministero della Salute. Si tratta dell’ultimo testo sull’andamento dell’indice Rt-ricoveri, il fattore che calcola la crescita delle ospedalizzazioni. Ieri il monitoraggio lo indicava a 1,3, alto e in crescita rispetto alla settimana scorsa. Ma questo dossier va oltre, perché ha fatto una stima con la crescita di questo parametro a 1,5 per le prossime quattro settimane.



DOSSIER RICOVERI “OSPEDALI RISCHIANO DI SALTARE”

Secondo questo dossier riservato, citato da Repubblica, i ricoveri ordinari, che ora sono a quota 14.600, volerebbero a quota 60mila. Questo vorrebbe dire superare di gran lunga i 35mila ricoveri del mese peggiore della pandemia Covid, cioè novembre 2020. Un tecnico avrebbe ammesso che così “salterebbero” gli ospedali. Ma non è detto che vada così, infatti c’è anche una stima basata su un indice Rt dell’1,2, sempre reiterato per un mese. In tal caso i ricoveri salirebbero fino a 25mila, un numero che sarebbe gestibile. D’altra parte, non è detto che si mantenga lo stesso livello Rt per quattro settimane: potrebbe andare oltre 1,5 e poi scendere dopo due settimane o attestarsi stabilmente attorno all’1,2. C’è poi un’altra incognita, quella dell’occupazione delle terapie intensive. Non sono stati fatti calcoli perché non si sa l’impatto della variante Omicron sul decorso della malattia. Per ora si stanno registrando casi meno gravi rispetto alle precedenti ondate, infatti i ricoveri si concentrano nelle aree mediche ordinarie, con decorsi che si risolvono senza supporti respiratori. Ma la mole di ricoveri sta già mettendo in difficoltà gli ospedali, soprattutto al Sud, dove la crisi è evidente. Quindi, in caso di crisi, secondo il quotidiano, potrebbe configurarsi la necessità di interventi emergenziali.



COVID ITALIA, GOVERNO VERSO NUOVE RESTRIZIONI

C’è poi il rischio paralisi per milioni di positivi. A tal proposito c’è un altro retroscena: non si esclude che si arrivi a 4 milioni di positivi. Un problema serio che pone defezioni in settori cruciali, come trasporti, strutture sanitarie e scolastiche. Secondo Repubblica, il premier Mario Draghi è consapevole che le ultime misure introdotte non avranno un impatto immediato sulla curva. L’applicazione estensiva dello smart working potrebbe aiutare, soprattutto nelle aziende private, ma potrebbe non bastare. Per questo il governo sta valutando nuove restrizioni, oltre alla chiusura degli stadi. Si va dal reclutamento di altro personale ospedaliero e scolastico per coprire le defezioni al potenziamento degli ospedali con le forze armate, fino alla deroga alla quarantena per alcune categorie essenziali. Ci sono anche ipotesi solo teoriche, come una riedizione soft del coprifuoco e il blocco degli spostamento regionali o tra comuni, che per l’appunto restano ipotesi teoriche, secondo quanto raccolto dal quotidiano, perché si aspetta di capire l’impatto della variante Omicron.