Si sta lentamente diffondendo sempre di più l’ultima variante del covid, la JN.1. Al momento non sembra causare particolari situazioni di gravità ma in ogni caso i numeri sono in aumento al punto che l’OMS, l’organizzazione mondiale della sanità, si è sentita in dovere di intervenire. La variante è stata infatti classifica come di “variante di interesse sulla base delle evidenze disponibili, il rischio aggiuntivo per la salute pubblica globale rappresentato da JN.1 è attualmente valutato come basso. Nonostante ciò con l’inizio dell’inverno nell’emisfero settentrionale, JN.1 potrebbe aumentare il carico di infezioni respiratorie in molti Paesi”.



L’Oms “sta monitorando continuamente le evidenze e aggiornerà la valutazione del rischio JN.1 se necessario”, si legge ancora su una nota dell’organizzazione, come riporta RaiNews. Il comunicato si conclude spiegando che “gli attuali vaccini continuano a proteggere dalla malattia grave e dalla morte, da JN.1 e da altre varianti circolanti di SarS-CoV-2. Il Covid-19 non è l’unica malattia respiratoria in circolazione. L’influenza, il virus respiratorio sinciziale (Rsv) e la polmonite infantile comune sono in aumento”.



COVID JN.1, OMS: “VARIANTE DI INTERESSE”. IL COMMENTO DI PREGLIASCO

Sulla diffusione della variante del covid JN.1 e l’aumento dei casi nelle ultime settimane, si è espresso anche il virologo dell’università statale di Milano, Fabrizio Pregliasco, che ha spiegato: “Quasi un milione di italiani, passeranno le feste di Natale a letto ammalati, tra Covid e influenza”.

E ancora: “Siamo in una fase di crescita di tutte le infezioni, soprattutto di quelle respiratorie. Specialmente il virus H1n1 è in costante crescita e anche il Covid è molto più contagioso ma più buono, anche se non troppo. Soprattutto questi ultimi casi sono sottostimati, perché il tampone non viene eseguito”, Pregliasco chiosa dicendo che: “nonostante il leggero arresto della scorsa settimana anche il dato dell’occupazione degli ospedali, dei ricoveri e delle morti è in crescita e desta preoccupazione”.