Lo studio “Origin” condotto dall’Istituto Mario Negri sulla diffusione del Covid in Val Seriana, i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista iScience ed esposti nel corso di un convegno a Palazzo Lombardia, ha rivelato che la causa per cui il virus ha causato un numero elevato di morti nella zona potrebbe essere genetica. È infatti emerso, come riassunto dal Corriere della Sera, che una certa regione del genoma umano si associava in modo significativo al rischio di ammalarsi in modo grave per l’infezione.
I partecipanti alla ricerca, che ha coinvolto l’intera comunità di Bergamo e provincia, sono stati 9.733. Le persone in questione hanno compilato un questionario sulla loro storia clinica e familiare riferita al Covid. È stato successivamente creato un campione ridotto con 400 individui che hanno avuto una forma grave della malattia, 400 che hanno contratto il virus in forma lieve e 400 che non l’hanno contratto. Gli esami del DNA hanno evidenziato che c’era un contributo genetico nel fenomeno. È stata evidenziata, in particolare, una regione responsabile delle diverse manifestazioni della malattia che in alcune persone (circa il 7% della popolazione italiana) presenta una serie di variazioni dei nucleotidi, che si trasmettono insieme e formano un aplotipo.
Covid, la strage in Val Seriana dovuta a cause genetiche: cos’è l’aplotipo di Neanderthal
L’aplotipo “incriminato” per avere provocato la strage del Covid in Val Seriana è quello cosiddetto di Neanderthal. “Chi è stato esposto al virus ed è portatore dell’aplotipo di Neanderthal aveva più del doppio del rischio di sviluppare Covid grave (polmonite), quasi 3 volte in più il rischio di aver bisogno di terapia intensiva e un rischio ancora maggiore di aver bisogno di ventilazione meccanica, rispetto ai soggetti che non hanno questo aplotipo”, ha rivelato Marina Noris, responsabile del Centro di genomica umana dell’Istituto Mario Negri. Il fenomeno, in particolare, è emerso essere connesso alla presenza di tre dei sei geni di questa regione che si trovano sul cromosoma 3: si tratta dei geni CCR9 e CXCR6, responsabili di richiamare i globuli bianchi e causare infiammazione durante le infezioni, e del gene LZTFL1, che regola lo sviluppo e la funzione delle cellule epiteliali nelle vie respiratorie.
Le risposte non sono definitive, ma sicuramente aprono a nuove riflessioni sulla pandemia e sulle sue origini. “La cosa sensazionale è che 3 dei 6 geni che si associano a questo rischio sono arrivati alla popolazione moderna dai Neanderthal, in particolare dal genoma di Vindija che risale a 50 mila anni fa ed è stato trovato in Croazia. Una volta forse proteggeva i Neanderthal dalle infezioni, adesso però causa un eccesso di risposta immune che non solo non ci protegge ma ci espone a una malattia più severa. Le vittime del cromosoma di Neanderthal nel mondo sono forse 1 milione e potrebbero essere proprio quelle che, in assenza di altre cause, muoiono per una predisposizione genetica”, ha commentato Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri.