Il covid, secondo una recente serie di studi analizzati da un gruppo di ricercatori che hanno pubblicato le loro conclusioni sulla rivista Nature, avrebbe influito ampiamente nello sviluppo dei bambini nati durante il complicato periodo dei lockdown. In primis, però, occorre sottolineare come gli stessi ricercatori specificano, chiaramente, che “non è possibile stabilire correlazioni certe” tra le conclusioni e il periodo pandemico, che potrebbero essere chiarite solamente con un ampio e diffuso studio mondiale.



Rimanendo, però, sulle supposizioni fatte dai ricercatori, è emerso come i nati durante il covid abbiano una serie di scompensi rispetto a coloro nati subito prima, o immediatamente dopo il periodo dei lockdown. Alterazioni che muovono soprattutto nella direzione della flora intestinale, tendenzialmente “abitata” dal cosiddetto microbiota, quasi assente nei bambini della pandemia. In altre parole, in coloro che sono nati durante il periodo dei lockdown per il covid la colonia di microorganismi del tratto digestivo ha una composizione differente rispetto agli altri bambini, con esiti che potrebbero andare da una maggiore incidenza delle malattie della pelle, fino ai disturbi gastrointestinali ed ai disordini psichiatrici.



L’esito del lockdown per il covid nei bambini e negli anziani

Insomma, secondo i ricercatori i bambini nati durante il lockdown per il covid, a causa dell’impossibilità di uscire di casa e “temprarsi” come per secoli si è fatto con il contatto con coetanei, con i bimbi più grandi e, in generale, il trascorrere del tempo all’aria aperta, non sono risusciti a sviluppare correttamente quel microbiota intestinale fondamentale per la lotta contro le malattie. Non è chiaro se quella flora intestinale potrebbe essere, ora, recuperata in qualche modo, circostanza che, però, appare piuttosto incerta.



Un’altra grande problematica sorta durante il periodo del covid a causa, soprattutto, dell’isolamento imposto dai lockdown, starebbe colpendo anche gli anziani. Infatti, da altre ricerche differenti da quella che riguarda i bambini, è emerso come gli anziani ancora oggi vivano in larga parte in una condizione di isolamento. Circa il 15% degli over 65 (pari a circa 2 milioni di persone) sono attualmente a rischio di isolamento sociale, senza quasi alcun contatto con il mondo esterno, né fisicamente, né a livello telefonico. Una tendenza che colpisce maggiormente il Sud Italia, dove gli anziani che vivono in isolamento dal covid sono circa il 20% e il Centro, con il 14%, ma meno marcata nel Nord, dove si raggiunge solamente il 10%.