Iniziano ad emergere i primi riscontri negativi fra i contagi covid per via dei campionati europei di calcio 2020. I numerosi festeggiamenti che si sono tenuti durante il torneo calcistico, nonché le varie reunion fra amici per vedere le partite dell’Italia, hanno provocato una serie di casi, così come certificato anche dall’Iss, l’Istituto Superiore di Sanità. Nel dettaglio i contagi sarebbero aumentati in particolare fra i giovani di sesso maschile: «Maschi under 40 più contagiati delle femmine e questo è l’effetto degli Europei di calcio».



E ancora: «A partire da fine giugno – si legge nell’analisi dell’Istituto, così come riportato dall’edizione online del quotidiano Il Messaggero – l’incidenza nei maschi di età compresa fra 10 e 39 anni risulta essere sempre maggiore rispetto a quella osservata nelle femmine. Verosimilmente tale andamento può essere dovuto a cambiamenti comportamentali transitori, ad esempio feste e assembramenti per gli Europei di calcio Euro 2020». Si conferma quindi una tendenza all’abbassamento dell’età media dei contagi, e nelle ultime settimane il 30.2% dei casi totali, quasi uno su tre, è stato di età inferiore ai 19 anni, mentre il 60.8% ha avuto un’età compresa fra 20 e 59 anni, e solo il 9.1% ha colpito gli over 60.



COVID, EFFETTI EUROPEI: GIOVANI SEMPRE PIU’ CONTAGIATI DALL’INIZIO DI LUGLIO

Ciò riflette di fatto l’andamento delle vaccinazioni, tenendo conto che i giovani italiani sono al momento ancora poco coperti, e soprattutto, sono quelli più inclini a trasgredire le regole, riunendosi in gruppo e spesso e volentieri evitando distanziamento e mascherine.

L’Iss, nel suo report fa sapere ancora che, dall’inizio di luglio «si osserva un nuovo aumento dei casi verosimilmente dovuto all’allentamento delle misure di mitigazione e alla contemporanea diffusione della variante delta, caratterizzata da una ulteriore maggiore trasmissibilità». Nell’ultima settimana si è registrato infine un aumento dell’incidenza sempre nella fascia più giovane, quella 10-19 e 20-29, rispettivamente 131 e 124 casi su 100.000 abitanti.