Prorogato fino al 30 giugno l’obbligo di indossare dispositivi di protezione delle vie respiratorie, quindi mascherine, a lavoratori, utenti e visitatori degli ospedali e delle strutture sanitarie, all’interno dei reparti che ospitano pazienti fragili, anziani o immunodepressi, soprattutto se ad alta intensità di cura, identificati dalle direzioni sanitarie delle stesse strutture ospedaliere, a causa del Covid. Lo stabilisce un’ordinanza del ministero della Salute pubblicata in Gazzetta Ufficiale.
L’obbligo è esteso a lavoratori, utenti e visitatori delle Rsa (residenze sanitarie assistenziali) delle strutture socio-sanitarie e socio-assistenziali, comprese quelle di ospitalità e lungodegenza, gli hospice, le strutture riabilitative, le strutture residenziali per anziani, anche non autosufficienti, e comunque le strutture residenziali di cui all’art. 44 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 12 gennaio 2017. Ma non sono le uniche misure adottate a causa del riproporsi dei contagi Covid.
MILANO, RINVIATI RICOVERI NON URGENTI
A proposito dell’aumento di contagi Covid, ciò ha costretto le strutture sanitarie ad altre misure. Ad esempio, in Lombardia, come riportato dal Corriere della Sera, è scattato il blocco dei ricoveri non urgenti, quelli cioè che sono prenotati dai cittadini, nelle strutture ospedaliere e sociosanitarie della Città Metropolitana di Milano. La decisione è stata presa in relazione alle difficoltà provocate dal massiccio afflusso di persone colpite da influenza e Covid. Pertanto, l’Agenzia di Tutela della Salute (Ats) ha convocato una riunione non programmata per comunicare le restrizioni che riguardano i cosiddetti ricoveri di elezione. Questo blocco dei ricoveri non urgenti riguarda nello specifico «l’area sanitaria riabilitativa e l’area sociosanitaria fino al 31 gennaio e i ricoveri chirurgici, almeno fino al 15 gennaio, compresi nella “classe A”, quelli cioè con attesa massima di 30 giorni».