Le complicanze cardiache dopo la somministrazione dei vaccini Covid sono tra le più temute non solo da chi è no vax. I casi di pericardite e miocardite che sono stati registrati hanno alimentato il dibattito, soprattutto in relazione all’opportunità della vaccinazione dei più giovani, nonostante il rapporto tra benefici e rischi fosse a favore dei primi e si tratti di casi rari. Il professor Antonio G. Rebuzzi, docente di Cardiologia all’Università Cattolica di Roma, sulle colonne del Messaggero ha illustrato i risultati di uno studio di Hong Kong che fornisce importanti rassicurazioni. Si tratta di una ricerca di Francisco Tsz Tsun Lai e del suo gruppo del Department of Pharmacology and Pharmacy della Facoltà di Medicina dell’Università di Hong Kong, pubblicato sull’ultimo numero del Journal of the American College of Cardiology.



I ricercatori hanno confrontato due gruppi di pazienti in cui era stata accertata una diagnosi di miocardite. Del primo gruppo facevano parte 104 pazienti in cui la miocardite era stata diagnosticata entro 28 giorni successivi alla somministrazione del vaccino di Pfizer-BioNTech. Del secondo gruppo, invece, facevano parte 762 pazienti in cui la miocardite era stata secondaria al Covid. Entrambi i gruppi sono stati seguiti fino a sei mesi dalla diagnosi per verificare eventuali complicanze anche a lungo termine. Dai risultati di questo studio è emerso che la miocardite post-vaccino Covid è decisamente molto meno pericolosa di quella post-Covid.



MIOCARDITE E VACCINI COVID, IL FATTORE ORMONI

La mortalità della miocardite dopo la vaccinazione per il Covid è dell’1%, quella provocata dal virus supera l’11%, quindi è del 92% superiore. Ampie le differenze anche per quanto riguarda lo scompenso cardiaco, diagnosticato nel 2,9% delle miocarditi post vaccino e in quasi il 16% di quelle successive a Covid. Il professor Antonio G. Rebuzzi scrive sul Messaggero che la miocardite post-vaccino Covid, anche se ha una fisiopatologia non del tutto nota, «può essere dovuta a numerosi fattori alla cui pericolosità contribuiscono probabilmente anche gli ormoni sessuali, l’età o fattori genetici. Bisogna infatti considerare che proprio l’RNA del vaccino può scatenare una reazione immunitaria in quanto viene percepito come estraneo all’organismo». D’altra parte, la miocardite post-vaccino resta meno pericolosa di quella post-Covid. Inoltre, il National Patient-Centered Clinical Research Network americano che ha esaminato i dati di oltre 15 milioni di pazienti di oltre 40 sistemi sanitari ha dimostrato che eventi avversi quali miocardite o pericardite «sono molto più frequenti (in misura di oltre il quintuplo) dopo un’infezione da Covid-19 che dopo la vaccinazione».

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