La Regione Lombardia promossa a pieni voti dall’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). Lo dimostra il fatto che il lavoro svolto dal comparto sanitario privato durante la pandemia Covid è stato presentato tra i casi di studio alla sedicesima edizione della Conferenza europea di sanità pubblica che si è tenuta a Dublino. Dall’analisi dei dati relativi alla performance sanitaria durante l’emergenza pandemica, l’Oms ha concluso che tra gli esempi positivi c’è proprio il ruolo svolto in Lombardia dal settore privato.
Nel documento “Engaging the private Sector in Delivering Health care and goods. Governance lessons from the COVID-19 pandemic“, realizzato da Oms-Euro ed European Observatory on Health Systems and Policies, si legge da pagina 14 che la Lombardia «è stata una delle prime regioni in Europa a essere fortemente impattata dall’emergenza Covid19», ma «gli ospedali hanno giocato un ruolo centrale nell’offrire servizi durante le varie fasi della pandemia, che hanno richiesto una urgente capacità di reperimento di letti di terapia intensiva». L’Oms riporta anche i dati: dal 17 marzo al 30 marzo 2020 gli ospedali privati accreditati hanno fornito «4.975 posti letto dedicati a pazienti (il 40% del totale regionale) e hanno portato i loro letti di terapia intensiva da 270 a 484, contribuendo a quell’incredibile incremento del 95% in soli 17 giorni, che ha fatto della Lombardia un esempio di sistema sanitario efficiente e resiliente».
COVID E LOMBARDIA, IL “RILEVANTE” APPORTO DEL SETTORE PRIVATO
Il documento dell’Oms definisce «molto rilevante» l’apporto delle strutture private nei test per il coronavirus. Infatti, «dei 46.901.043 tamponi eseguiti dall’inizio della pandemia a oggi, ben 27.600.010 (58,8%) sono stati eseguiti da laboratori e ospedali accreditati e dalle farmacie». Lombardia promossa anche per quanto riguarda la campagna vaccinale, infatti si sottolinea che l’apporto del settore privato «è stato indispensabile, grazie soprattutto ai due grandi Hub vaccinali privati (Gruppo San Donato e Humanitas), che assieme hanno somministrato oltre 1,1milioni di dosi».
L’Oms evidenzia anche la novità rappresentata dal coinvolgimento delle farmacie per le prestazioni di sanità pubblica, prima con i test e poi con i vaccini Covid. «Sperimentazione destinata a continuare, grazie all’importante accordo dell’agosto 2022 e al nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2023-2025». Nel documento si suggerisce all’Europa di non abbandonare le esperienze del periodo pandemico e di proseguire «il dialogo tra istituzioni sanitarie pubbliche e quelle private», perché «è fondamentale per rispondere alle esigenze dei sistemi sanitari». L’obiettivo finale è garantire la Universal Health Coverage (UHC), una copertura trasversale da sempre perseguita dall’Oms.