Dopo aver subito bollato come “naturale” l’origine del coronavirus, ora la comunità scientifica apre all’eventualità che la pandemia Covid ne abbia una differente. Dopo mesi in cui chi apriva a tale ipotesi veniva tacciato come complottista, ora viene ufficialmente esplorata questa teoria che si basa non su sospetti, ma su aspetti scientifici. «Il tema è complicato dal punto di vista scientifico. In linea generale, non ci sono evidenze definitive, né sull’animale intermedio né sulla fuga da laboratorio di Wuhan», la premessa del professor Guido Silvestri, virologo alla Emory University di Atlanta, a “Mezz’ora in più”. Poi però ha fatto una rivelazione molto interessante, confermata successivamente da Giorgio Palù: «Se si fa un’analisi molto serrata della sequenza del virus, c’è una zona della proteina spike, a metà tra la prima e la seconda parte, che è particolarmente strana da spiegare con un semplice passaggio da un virus all’altro attraverso ricombinazioni. Questo per una serie di motivi che sono complicati da spiegare». Lo stesso aveva dichiarato ieri un altro scienziato, Davide Zella.



Il professor Silvestri non esclude, dunque, l’ipotesi della fuga dal laboratorio di Wuhan: «Noi da fonti certe sappiamo che nel laboratorio di Wuhan si stava lavorando da anni alla elaborazione in vitro di varianti virali che avevano un’aumentata capacità di infettare cellule umane. Questo non vuol dire che sia accaduto, ma è una spiegazione non totalmente peregrina. E bisogna tenere in mente che la pandemia è insorta a Wuhan, a 2-3 chilometri di distanza dall’Istituto di virologia».



SILVESTRI E PALÙ SU ORIGINE COVID

Senza lasciarsi andare a teorie cospiratorie e complottismi, quel che conta per il professor Guido Silvestri è acquisire quanti più dati possibili, in modo trasparente e indipendente da interferenze politiche, perché solo così si può capire cos’è successo riguardo l’origine del Covid. «Bisogna capire su quali virus si stava lavorando in quel periodo. Il dubbio è fondato, bisogna indagare di più se vogliamo la verità. Se poi si vuole far politica non dico nulla. I laboratori tengono archivi e registri precisi e accurati. Quindi, se qualcuno a Wuhan stava lavorando ad esperimenti per cui il virus cambia la struttura nella zona in cui interagisce con la proteina umana, questo dovrebbe essere presente nei registri», ha aggiunto il docente della Emory University in collegamento col programma di Lucia Annunziata. Collegato anche un altro virologo prestigioso, Giorgio Palù, che attualmente è anche presidente dell’Agenzia italiana del farmaco. «A me non interessano suggestioni, forse la verità non la sapremo mai, ma le ipotesi restano tutte sul tappeto. Che il pipistrello sia l’origine lo sappiamo perché il 98% della sequenza del genoma combacia, ma come sia arrivato all’uomo non lo sapremo mai senza la collaborazione dei cinesi». Ma Palù si è allineato al collega Silvestri: «Ci sono alcuni dettagli che ci lasciano sospettosi, ad esempio che non sia stato ancora individuato un ospite intermedio e alcune differenze strutturali che non sono tipiche del pipistrello. Un virus se viene selezionato per infettare cellule umane diventa umanizzato, quindi tutto è possibile, solo i cinesi possono dirci la verità».

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