«Il Covid è meno aggressivo? Non ci sono prove, ma la malattia è più lieve»: fa il punto della situazione allo stato attuale della pandemia Covid-19 il virologo Roberto Burioni sul portale “Medical Facts” dopo le tante polemiche di questi giorni tra “negazionisti”, politica, Cts e gli stessi esperti divisi tra loro nel giudicare l’evoluzione del coronavirus. «L’Abominevole Uomo delle Nevi, gli extraterrestri e anche per il “coronavirus buono”. Qualcuno è convinto che ognuna di queste tre cose esista, ma non esiste alcuna prova scientifica che ne confermi l’esistenza. Né per lo Yeti, né per gli extraterrestri e neanche per il “virus più buono”», scrive Burioni ribadendo come il Covid-19 in realtà sia rimasto lo stesso. Quello che è cambiato sono diverse condizioni, come del resto ribadito anche solo due giorni fa dall’illustre Presidente dell’Istituto Mario Negri, professor Giuseppe Remuzzi: «epidemia finita. Basta ansia su casi, ora serve sorveglianza, mascherine e distanziamento sociale». Ecco, Burioni è meno netto di quanto esprime Remuzzi ma fa intuire che l’evoluzione c’è stata: «è innegabile che nei mesi scorsi la situazione è molto migliorata: per giustificare questo cambiamento è indispensabile immaginare una variante virale meno aggressiva? No. Pensate a una bomba sganciata da un aereo, che in un caso cade in un prato dove delle famiglie stanno consumando un picnic, in un altro caso in una zona fortificata occupata da soldati all’interno di bunker».



BURIONI “SERVE ANCORA LA MASCHERINA FINO AL VACCINO”

Sono dunque i comportamenti e le attenzioni che ormai il Paese ha adottato nel combattere il Covid-19 ad averci fatto passare un’estate decisamente meno “tremenda” di quanto avevano fatto l’inverno e la primavera. Altri fattori, scrive ancora Burioni, riguardano il fatto che in primavera, a causa dell’emergenza, «moltissimi casi non venivano diagnosticati, mentre fortunatamente oggi riusciamo a intercettarne la maggior parte; infine anche se non abbiamo un farmaco risolutivo i medici hanno imparato a trattare meglio i pazienti che soffrono meno complicazioni a causa della stessa identica infezione». I virus respiratori in generale durante l’estate diminuiscono la propria letalità e su questo Burioni lo conferma, con una aggiunta «Una possibilità, ancora non provata, è che – come accade con altre infezioni virali– un’infezione con una quantità minore di virus potrebbe corrispondere a una malattia più lieve. Stiamo lavorando anche su questa ipotesi con evidenze piuttosto interessanti. Anche in questo caso, sembra essere cruciale il ruolo svolto dalle mascherine e dagli altri strumenti di protezione individuale». Da ultimo, l’invito a non abbassare la guardia (da domani viene prorogato il Dpcm con tutte le regole anti-Covid, ndr) come norma principale per contrastare la pandemia «virus per quanto ne sappiamo è sempre lo stesso. Modifiche minime senza nessuna correlazione diretta con un quadro clinico meno aggressivo. Al contrario siamo cambiati noi, ed è  cambiato di certo il nostro comportamento, molto più attento». Sul fronte del “virus uguale” si schierano anche gli anestesisti nazionali, con il Presidente di Aaroi-Emac Alessandro Vergallo che spiega «i nuovi casi di Covid nelle terapie intensive non sono meno gravi rispetto a quello di marzo e aprile. Non ci convince quanto detto da alcuni che il virus sia diventato meno aggressivo».

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