C’è una nuova sottovariante covid che sta prendendo piano piano il sopravvento negli Stati Uniti, ed è la BA.4.6. A lanciare “l’allarme” sono stati i Cdc, i Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie degli Usa, che parlano di una “variante che preoccupa”, così come riportato dai media americani. Al momento tale sottovariante avrebbe già raggiunto l’undici per cento di diffusione, e sarebbe comparsa in particolare in quattro stati, leggasi Iowa, Kansas, Missouri, e Nebraska. Ma casi in aumento, come riferisce SkyTg24.it, si stanno registrando anche sulla costa Est e Sud d’oltre oceano, con una crescita in almeno 43 diverse contee del Paese. I CDC definiscono varianti preoccupanti quelle che mostrano un livello di trasmissibilità particolarmente elevato, ma che nel contempo rispondono poco ai trattamenti a disposizione, e che sono in grado di sfuggire al sistema immunitario.
La BA.4.6 sembrerebbe rientrare in questa categoria anche se al momento non sembra causare una malattia più grave rispetto ad Omicron 5. La cosa certa è che le ospedalizzazioni, come riferisce l’agenzia Ansa, sono tornate a crescere negli Stati Uniti, e ad oggi, stando sempre ai Cdc, sarebbero 37mila gli americani in ospedale per il covid. Se da una parte comunque i posti letto occupati dagli affetti da coronavirus stanno crescendo, non sembrano aumentare le vittime per la stessa patologia, altra conferma di come la sottovariante BA.4.6 non sia più grave rispetto a quella attualmente in circolazione.
COVID, NUOVA VARIANTE BA.4.6: SARA’ SIMILE AD OMICRON 5?
Questa nuova versione del covid andrà monitorata con attenzione nelle prossime settimane, per cercare di carpirne le caratteristiche, e nel contempo, scoprire la sua diffusione.
E’ probabile, come tutte le varianti del covid fino ad oggi conosciute, che arrivi a breve anche nel Vecchio Continente, Italia compresa. Se le premesse dovessero essere mantenute, stiamo comunque parlando di una nuova versione lieve del covid, in grado di moltiplicarsi in maniera impressionante ma senza più fare quei gravi danni che si registravano in particolare durante la prima e la seconda ondata.