Una nuova sottovariante Covid, denominata Xbb1.5 o Kraken, sta suscitando grande preoccupazione tra gli esperti negli Stati Uniti d’America, dove il numero dei contagi è raddoppiato nell’arco temporale di una sola settimana. L’epidemiologo Eric Feigl-Ding, su Twitter, ha sottolineato che la nuova variante è “più immunoevasiva e più efficace nell’infettare rispetto ad altre sottovarianti di Omicron e che “non vedevamo una crescita così rapida di casi dall’arrivo di Omicron Ba.1 un anno fa”.



Ha altresì sottolineato che Kraken, dal nome del leggendario mostro marino, potrebbe essere la variante da tenere sotto controllo nel 2023 anche in Europa, sulla falsa riga di quanto scritto, sempre su Twitter, dall’epidemiologo britannico Tim Spector, il quale ha invitato a prestare massima attenzione a Kraken, che, secondo quanto riferito dagli esperti della Columbia University, avrebbe avuto origine negli USA, con il primo caso rilevato a New York nell’ottobre 2022.



COVID, VARIANTE KRAKEN: IL PARERE DEI PROFESSORI MATTEO BASSETTI E MASSIMO GALLI

La variante Kraken non sembra suscitare però grandi ansie agli esperti di casa nostra, come si evince dalle dichiarazioni rilasciate da Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’ospedale Policlinico San Martino di Genova, all’agenzia Adnkronos Salute: “Kraken è più immunoevasiva rispetto alle precedenti, però attenzione… Questo aspetto è riferito a un ciclo completo o primo ciclo vaccinale. Il messaggio è che queste varianti sono più contagiose delle precedenti, ma al momento orbitano intorno alla galassia Omicron, quindi non una malattia più grave e quindi per ora non un impegno maggiore per gli ospedali rispetto ai ricoveri per le forme più impegnative. Si deve fare la dose di richiamo”.



Sempre ad Adnkronos Salute, Massimo Galli, già direttore di Malattie Infettive all’ospedale “Sacco” di Milano, ha asserito: “Sulle nuove varianti Covid come Kraken la preoccupazione è legittima, ma in quanto ‘motore’ di precauzione, non in quanto fonte di visioni funeree. Il concetto è che non è finita, quindi dobbiamo a questa situazione l’attenzione necessaria, ma senza panico, non ce n’è ragione, considerata la vasta platea di persone immunizzate in Italia”.