Covid, la nuova variante Xec è quella a più rapida diffusione

Covid, arriva anche in Italia la nuova variante Xec che sta preoccupando gli scienziati a causa della sua capacità di diffusione molto rapida. Dopo aver ampiamente colpito America, Asia e Nord Europa, sono stati registrati i primi casi anche in Veneto e Trentino Alto Adige. La mutazione è sotto stretta osservazione perchè, come hanno segnalato diversi esperti non era mai stata rilevata una variante con un tale tasso di potenziale crescita. Infatti, come ha sottolineato su X l’analista di dati epidemiologici di Melbourne Mike Honey: “Xec sta crescendo del “3,8% al giorno superando le varianti JN.1 che già presentavano mutazioni molto competivive“.



Per questo, potrebbe presto diventare dominante tanto da essere principale responsabile dei contagi da Covid. La new entry, come stabilito dagli studi fatti fino ad oggi, sarebbe il risultato di una combinazione di più mutazioni precedenti dovuta a cambiamenti genetici del virus, in particolare di KS.1.1 e KP.3.3 e per questo classificata all’interno delle varianti FLiRT e discendenti della JN1. Xec è stata isolata per la prima volta in Europa a Berlino a fine giugno e successivamente rilevata anche in tutti gli altri continenti.



Gli esperti: “Sintomi simili a quelli delle precedenti varianti”

La nuova variante Covid Xec è stata considerata attualmente quella con maggiore capacità di diffondersi, visto l’elevato tasso di crescita che viaggia ad una velocità di aumento di casi del 27% a settimana. Per questo motivo gli esperti in tutto il mondo stanno monitorando attentamente la mutazione, compresi gli effetti che potrebbe avere sulle attuali misure di prevenzione dal contagio. Nonostante le previsioni sulla futura predominanza di Xec rispetto ad altre varianti, gli scienziati hanno comunque rilevato che i sintomi non si discosterebbero molto rispetto alle precedenti. Infatti secondo i dati da giugno ad oggi, non sembrerebbe essere aumentato il tasso di mortalità o di ospedalizzazione quando vengono contagiati dal Covid pazienti che non hanno particolari problemi pregressi di salute.



Il monitoraggio però prosegue con attenzione, anche perchè le case farmaceutiche potrebbero dover rivedere i vaccini, adattandoli alle nuove caratteristiche del virus. Al momento in base ai casi già studiati,  Xec provocherebbe sintomi come quelli delle varianti cosiddette FliRT, e cioè lievi disturbi simil influenzali con febbre, dolori muscolari e problemi respiratori leggeri come raffreddore o tosse.