Cambiano i sintomi del Covid, complici le continue mutazioni che il virus SARS CoV-2 subisce. A sottolinearlo è la ricerca “Zoe Health Study”, effettuata da un team di scienziati appartenenti al Massachusetts General Hospital, della Harvard Medical School e del King’s College di Londra. I suoi risultati campeggiano sulle colonne de “La Repubblica”, sulle quali si dice che oggi riconoscere i sintomi senza un tampone “è diventato più complicato, perché possono differire da persona a persona, sia a seconda della mutazione del virus che dello stato di immunizzazione individuale”.
Partiamo allora dalle certezze che si hanno sui sintomi Covid: in primis, ageusia e anosmia, che avevano caratterizzato la prima fase pandemica, sembrano essere ormai scomparse. In base alla graduatoria dei sintomi maggiormente diffusi tra la popolazione, ad oggi quelli più frequenti sarebbero mal di gola, naso chiuso e starnuti, mentre è meno presente la febbre. Fabrizio Pregliasco, direttore sanitario dell’Istituto Galeazzi di Milano, ha dichiarato a “La Repubblica”: “Stiamo cominciando a conoscere meglio Cerberus. È confermato che tende a manifestarsi soprattutto nelle alte vie respiratorie, causando sintomi simili a quelli dell’influenza, come raffreddore, tosse stizzosa e mal di gola”.
COVID, STOP AL TAMPONE PER USCIRE DALL’ISOLAMENTO DOPO LA POSITIVITÀ
Intanto, nel decreto Rave approvato in Senato nelle scorse ore si legge che l’isolamento delle persone infettate dal Covid si concluderà senza bisogno di fare un tampone. Scrive “La Repubblica”: “La norma sopprime una previsione precedente, introdotta nell’aprile del 2021, secondo cui la cessazione del regime di isolamento consegue all’esito negativo di un test antigenico rapido o molecolare per la rilevazione di SARS-CoV-2, effettuato anche presso centri privati a ciò abilitati”.
Adesso, dunque, si potrà uscire di casa non appena saranno trascorsi cinque giorni. Il decreto, peraltro, prevede la proroga fino al 1° luglio 2023 dell’Unità per il completamento della campagna vaccinale e per l’adozione di altre misure di contrasto della pandemia, guidata dal generale Tommaso Petroni e istituita dopo la fine dell’incarico di commissario al generale Figliuolo.