Il covid sarebbe stato originato dal mercato del pesce di Wuhan. E’ questa la conclusione di uno studio pubblicato nelle scorse ore sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, realizzato dagli scienziati dell’Independent Task Force on Covid-19 and other Pandemics, gruppo di addetti ai lavori di fama internazionale con diverse competenze per quanto riguarda la salute, la virologia, la biografia e molto altro. Tra i membri del gruppo, ricorda Il Fatto Quotidiano, anche tre ricercatori dell’Università di Milano: Marta Canuti, Mario Raviglione ed Elisabetta Tanzi.
Per arrivare alla conclusione circa l’origine del covid, gli studiosi hanno esaminato i principali focolai di virus a Rna dal 1967 in avanti, ed è appunto emersa l’origine di tipo zoonotico, associata in particolare ad un mercato ittico con sede nella metropoli cinese da cui sarebbe partito il tutto. Si tratta ovviamente di risultati che cozzano contro la teoria, fino ad oggi mai dimostrata, che il covid sarebbe stato diffuso volontariamente o a seguito di un incidente in laboratorio. “Questa conoscenza – scrivono gli scienziati – è fondamentale per identificare comportamenti e interventi da adottare in caso di emergenze future”.
COVID, NUOVO STUDIO SU ORIGINI: L’OBIETTIVO DEI RICERCATORI
Attraverso lo studio sulle origini del covid il gruppo di ricercatori si è posto tre obiettivi, leggasi sorveglianza, ricerca e informazione. Sarà infatti fondamentale, sostengono tramite il loro lavoro, evidenziare l’importanza di monitorare il rischio epidemiologico attraverso interfacce intelligenti fra fauna selvatica, bestiame e uomo. Serviranno inoltre adeguati investimenti per lo sviluppo di piattaforme vaccinali e per affrontare eventuali nuove situazioni emergenziali. Infine gli studiosi sottolineano l’importanza di contrastare la disinformazione, il triste fenomeno delle fake news che è decisamente proliferato negli ultimi tre anni, proprio approfittando dello scoppio della pandemia di covid.
Per ottenere questo trio di obiettivi saranno basilari sforzi continui attraverso un approccio One Health “Il mondo ha in gran parte fallito nella prevenzione e nella risposta iniziale alla pandemia – sono le parole di Gerald T. Keusch, presidente della Task Force e ricercatore presso l’Università di Boston – il nostro lavoro evidenzia che un approccio One Health, in grado di bilanciare e ottimizzare la relazione tra la salute delle persone, degli animali e degli ecosistemi è fondamentale per affrontare al meglio future pandemie”.