Covid, l’ultimo rapporto dell’Oms, del 28 aprile 2023, sui dati della pandemia, mostra che i contagi, i ricoveri e i decessi sono in calo in tutta Italia. Questo era stato stabilito anche dal bollettino di monitoraggio I.s.s. che confermava una situazione stabile senza particolari emergenze. Nel resto del mondo però, compresa l’Europa, i dati sono più allarmanti. In alcune zone infatti si sta verificando un improvviso aumento della circolazione del virus con picco delle infezioni.



In particolare i paesi più interessati sono quelli del Mediterraneo orientale e del Sud Est asiatico nei quali, rispettivamente si è verificato l’incremento dei contagi del 41% e del 666% in più rispetto ai 28 giorni precedenti, con livelli di mortalità elevati. In Europa la situazione resta abbastanza stabile con cali significativi, ma con alcune eccezioni. La situazione è peggiorata soprattutto in Svezia e Francia che hanno registrato un aumento delle infezioni del 72% e del 35%. In Spagna invece salgono i decessi da Covid del 86% in più rispetto a fine febbraio.



Covid, la situazione nel mondo: contagi e decessi

Dal rapporto dell’Oms emerge che nel mondo complessivamente la situazione Covid sta migliorando nettamente in molte aree. Restano però alcune emergenze dovute ai dati in crescita su infezioni e decessi. Dall’inizio della pandemia, al 23 aprile 2023 si contano complessivamente 6,9 milioni di morti e 764 contagi. Nell’ultimo mese invece a peggiorare sono state soprattutto le aree dell’Asia con il primato del Sud Corea che ha avuto un aumento del 13% in più di casi. Mentre la situazione decessi, sembra essere stabile o in calo nel mondo.



Con alcune eccezioni significative come il Brasile con il 31% in più di morti Covid in valore assoluto, l‘Iran con il 103% (718 nuovi decessi) e la Francia con un significativo +35% (797 decessi). In Italia, come dimostrato anche dall’ultimo bollettino Covid, siamo in calo del 10% su decessi e contagi, sempre rispetto a fine febbraio. La nuova variante Arturo, in base a quanto segnalato fino ad oggi dai medici di famiglia, sembrerebbe essere meno aggressiva delle precedenti. Comportando in soggetti sani e bambini sintomi che restano a livello delle prime vie respiratorie, spesso simili ad un raffreddore.