Monta la paura in Gran Bretagna ed in particolare in Inghilterra, per la variante indiana. I casi si stanno moltiplicando nelle ultime ore, e se la grande riapertura del 21 giugno, quando i britannici diranno addio a mascherine e distanziamento, non sembrerebbe per ora a rischio, nessuno esclude dei cambi di programma in corso d’opera. Boris Johnson ha spiegato non più tardi di questo lunedì che non ci sono «prove conclusive» circa un cambio dell’attuale tabella di marcia, ma per gli scienziati vi è una «realistica possibilità» che la variante indiana sia più contagiosa del 50% rispetto a quella attuale, e non è quindi da escludere una terza ondata estiva, peggiore di quanto visto lo scorso inverno.
Resta il fatto che al momento gli ospedali e le infezioni non ne stanno risentendo, ma le autorità hanno deciso di accelerare ulteriormente la campagna di immunizzazione, riducendo l’intervallo fra prima e seconda dose da 12 a 8 settimane, e dando il via ufficialmente alle vaccinazioni degli over 35 (fra pochi giorni). Non sono comunque da escludere nuovi lockdown locali, soprattutto in alcune aree dell’Inghilterra centro-nord, colpite da numerosi casi di variante indiana, e di conseguenza il governo ha invitato a moderare gli abbracci e a “sconsigliare” i viaggi all’estero. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
COVID, PAURA VARIANTE INDIANA IN INGHILTERRA/ “PUÒ ESSERE DOMINANTE IN POCHI GIORNI”
In Inghilterra si teme una diffusione massiccia della variante indiana. Così come sottolineato pochi giorni fa dal premier Boris Johnson, che ha ricordato come questa ‘modifica’ del ceppo originario sia “più trasmissibile”, gli esperti stanno monitorando con estrema attenzione il numero di infezioni da variante indiana oltre Manica, in quanto negli ultimi giorni sono stati totalizzati 2.300 contagi di questo tipo, con un incremento ritenuto “esponenziale” in particolare in alcune aree, leggasi nelle città del nord dell’Inghilterra di Bolton e Blackburn. Boris Johnson non ha escluso nulla, specificando che se mai la variante indiana dovesse divenire predominante in Inghilterra, a quel punto il governo si troverebbe fronte a “scelte difficili da fare” prima del 21 giugno. La cosa certa, come specificato ancora da BoJo, è che al momento “non ci sono evidenze di una maggiore resistenza di questa mutazione ai vaccini”.
Fatto sta che gli scienziati sono decisamente all’erta, e la variante indiana potrebbe divenire dominante nel giro solamente di pochi giorni. Per correre ai ripari il governo ha deciso di introdurre delle vaccinazioni contro le zone più colpite dall’indiana, ma come accennato, gli scienziati sono molto preoccupati: “Non ci sono prove che il recente rapido aumento dei casi della variante B.1.617.2 (il nome tecnico della variante indiana ndr) mostri segni di rallentamento – ha detto Paul Hunter professore di medicina presso l’Università dell’East Anglia – questa variante supererà la variante Kent e diventerà la dominante nel Regno Unito nei prossimi giorni, se non lo ha già fatto”.
PAURA VARIANTE INDIANA COVID IN INGHILTERRA: IL PARERE DEGLI ESPERTI BRITANNICI
Così invece Lawrence Young, virologo e professore di oncologia molecolare presso l’Università di Warwick: ″È molto difficile contenere queste varianti più trasmissibili una volta che sono là fuori nel mondo. Ovviamente quello che abbiamo nel Regno Unito al momento è una corsa tra il virus e le vaccinazioni”. Altri prof universitari ed esperti virologi hanno aggiunto: “Sappiamo che si sta diffondendo rapidamente (circa raddoppiando ogni settimana nel Regno Unito e quasi triplicando la scorsa settimana da 520 a 1.313 casi), e che si sta affermando in un certo numero di aree in tutto il paese. Rispetto alla variante dominante B.1.1.7, sappiamo che B.1.617.2 è molto probabile che sia più trasmissibile e che potrebbe essere in grado di trasmettere meglio tra persone che sono completamente vaccinate”. Fra incertezza, preoccupazione e numeri, il Regno Unito teme di ricadere nuovamente nel tunnel covid dopo aver da poco rialzato la testa.