L’estate e il caldo non fermano il Covid. Massimo Andreoni, direttore di Malattie Infettive del Policlinico di Roma Tor Vergata, ha parlato ai microfoni de Il Messaggero: “Ipotizzare che il caldo mandi via il virus è stato un errore dell’inizio della pandemia. Si sa infatti che in India o in Texas il virus ha circolato anche a 45 gradi. Bisogna però specificare che quando parliamo di caldo, intendiamo due situazioni diverse. Innanzitutto, ci riferiamo alla capacità dei raggi ultravioletti di inattivare il virus che sta all’aperto, ma non quello che si trova nelle vie respiratorie. L’idea che il caldo limiti la circolazione del virus è legata poi al fatto che d’estate le persone stanno di più all’aperto, le case sono maggiormente aerate e quindi in teoria c’è meno possibilità di contagiarsi”.

Ma cosa è cambiato rispetto alla scorsa estate e perché i contagi sono così alti? Come ha spiegato Andreoni, a giugno del 2020 e del 2021 le persone si comportavano con maggiore cautela, indossando mascherine e stando attente ai contatti. Nel mese di agosto, poi, si allentavano di più le misure di sicurezza e di conseguenza si registrava una ripresa del virus. Adesso, l’attenzione è molto ridotta e circola un virus molto più trasmissibile, Omicron 5.



L’aria condizionata può incidere

L’aria condizionata può incidere sulla diffusione del virus, come ha spiegato Andreoni. L’aerazione degli ambienti chiusi, se non si usa la mascherina, facilita la trasmissione del virus. Il contagio dipende dai ricambi di aria. Qualora vi sia un sistema di aerazione che crei il ricircolo dell’aria tra interno ed esterno, almeno due volte al minuto, il rischio di contagio è ridotto. Quando invece c’è un movimento di aria all’interno dello stesso ambiente, il virus si sposta più facilmente e la possibilità di contrarre un virus è molto più alta.



Ma qual è la soluzione per vivere un’estate più tranquilla, senza la paura di contagiarsi di continuo? “Occorre al più presto ripristinare tutte le misure che avevamo messo in atto, ossia indossare la mascherina negli ambienti chiusi o all’aperto quando c’è un forte assembramento e rispettare l’isolamento”, spiega Andreoni. Essendo quasi tutti immunizzati, non andiamo incontro a forme di Covid particolarmente gravi, ma non vanno dimenticate le persone fragili, che rischiano molto di più.

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