Fare i tamponi anti Covid è ancora utile, anche se l’emergenza è finita ed è stato tolto l’obbligo di isolamento in caso di positività. Alla base della normalizzazione del Covid c’è l’idea che la gestione debba ricalcare quella dell’influenza, riconoscibile dai sintomi. Ma l’infezione da virus Sars-CoV-2 si distingue dalle altre infezioni respiratorie per due aspetti fondamentali, secondo Roberta Villa, medico e giornalista. Sul Domani evidenzia “l’estrema variabilità delle sue manifestazioni e la minore prevedibilità delle sue conseguenze”. Quindi, il coronavirus può passare del tutto inosservato, causando solo stanchezza e mal di testa o un semplice raffreddore, o palesarsi con una pesante forma simil-influenza, con febbre alta. Ma potrebbe anche colpire l’intestino, con nausea, vomito o diarrea. Le alterazioni di gusto e olfatto sono l’unico segnale forse più specifico, ma non è né costante né esclusivo. Peraltro, i sintomi possono rivelarsi gravi con l’aumentare dell’età e la presenza di altre malattie concomitanti.
“È possibile riammalarsi due o tre volte l’anno, cosa che con l’influenza non può accadere”, aggiunge Villa. Altro fattore non trascurabile è quello degli strascichi, perché l’influenza non ne provoca paragonabili al Long Covid, di cui almeno il 10% degli infetti ha sintomi, “talora invalidanti, che si trascinano per anni”. Il Covid è una malattia sistemica, quindi può estendersi a tutto l’organismo; infatti, il coronavirus è stato individuato in moltissimi tessuti, dal cervello ai testicoli. Inoltre, può danneggiare la superficie interna dei vasi sanguigni, con effetti che possono estendersi ad ogni organo. Invece, l’influenza non influenza in modo così significativo il rischio di diabete, infarti, ictus e malattie autoimmuni.
TAMPONI COVID ANCHE DOPO L’EMERGENZA
A livello individuale, sapere di avere il Covid anche ora che non c’è l’emergenza è utile per diversi motivi. In primis, si può essere più indulgenti con sé stessi, ma soprattutto un eventuale peggioramento dei sintomi, anche dopo qualche giorno, non fa pensare ad una sovrapposizione batterica, ma ad una polmonite che non richiede antibiotici, ma altri tipi di cure. Quindi, sapere di avere il Covid è importante per la diagnosi in caso di altri problemi che dovessero comparire, oltre che per avere le giuste cure. Con l’arrivo dei nuovi vaccini, è possibile poi stabilire la tempistica giusta del richiamo, rimandandolo di qualche mese se si è contratto il virus. Ma le cose cambiano anche per gli altri, perché saperlo ci può indurre ad avere i giusti comportamenti per proteggere gli altri, soprattutto se deboli.
“Fare un tampone rapido quando non si sta bene significa quindi poter modulare le nostre scelte quotidiane a tutela nostra e degli altri”, scrive Roberta Villa sul Domani. Ora che l’obbligo è abolito, ci si affida al senso di responsabilità di ognuno, compatibilmente col rischio cui espone altri nella sua vita quotidiana. Basti pensare a insegnanti e operatori di Rsa. A livello nazionale, invece, sarebbe “indispensabile per monitorare la comparsa di nuove ondate e l’evoluzione delle nuove varianti, prima che ci prendano alla sprovvista”. Ma questo dipende da governo e regioni.