Perché la Lombardia è stata da sempre l’epicentro dell’epidemia di Covid-19 in Italia? A rivelarlo, come riportato da RaiNews, è stato il CNR durante l’evento di presentazione dell’Atlante Covid-19. Geografie del contagio in Italia. Quest’ultimo è il frutto del lavoro condiviso di gruppi di ricerca della geografia accademica italiana che, guidati dalla professoressa Emanuela Casti dell’Università di Bergamo e dal professore Andrea Riggio dell’Università di Cassino, hanno lavorato sui dati del contagio e su quelli socio-territoriali, attraverso un sistema di cybercartography.



È emerso dallo studio che i fattori che hanno favorito la diffusione del virus in Lombardia, in modo più rilevante rispetto ad altre Regioni del Paese, sono quattro: l’inquinamento e le condizioni climatiche, l’elevata mobilità degli abitanti soprattutto attraverso i mezzi pubblici, le fragilità del sistema assistenziale e sanitario sul territorio e la presenza di Rsa non protette. È per questi motivi che la prima ondata è stata durissima per la Pianura Padana, coinvolta nella sua totalità a differenza del Centro e del Sud Italia. Nella seconda ondata la situazione si è riequilibrata, per poi tornare a dividersi con l’avvento delle varianti.



Covid, perché Lombardia è epicentro? Il parere degli esperti

“Va notato che la Lombardia con il Covid-19 non ha mai perso il suo triste ruolo di epicentro epidemico italiano”, hanno affermato i ricercatori Emanuela Casti dell’Università di Bergamo e Andrea Riggio dell’Università di Cassino. I motivi sono quelli evidenziati all’interno dell’Atlante Covid-19. Geografie del contagio in Italia e, secondo gli esperti, dovrebbero far riflettere in vista del futuro.

“L’epidemia ha sottolineato che il vivere reticolare va ripensato e gestito per evitare i rischi appena trascorsi, soprattutto nelle regioni particolarmente dinamiche e internazionalizzate, come quelle del Nord Italia o nelle aree metropolitane; allo stesso tempo, però, ha messo in rilievo che i territori interni, considerati depressi o ‘arretrati’ rispetto allo sviluppo, sono stati o meno colpiti o hanno avuto più possibilità di difesa. L’epidemia ha evidenziato che le carenze di infrastrutturazione delle aree a basso tasso di urbanità vanno ripensate sulla base di un nuovo modello di abitare il territorio che si discosti da quello padano”, hanno concluso gli autori della ricerca.