Robert Gallo, direttore dell’Istituto di Virologia umana presso l’Università del Maryland a Baltimora e tra i primi a individuare un retrovirus come causa dell’Aids, è stato intervistato da “Il Mattino” in occasione della sua partecipazione a Napoli al congresso nazionale della Società italiana di Virologia. A proposito della pandemia di SARS-CoV-2, l’esperto ha dichiarato che compariranno sicuramente nuove varianti fino a quando il virus circolerà e come risponderà il vaccino a queste nuove versioni “nessuno può saperlo. L’attuale vaccino non protegge completamente contro le infezioni, ma ci difende dalla gravità della malattia. Se si vuole fermare questo virus e fermare le varianti serve un vaccino che blocchi le infezioni e che duri più a lungo”.



Ottenere un vaccino del genere è possibile, ma ad oggi non ci si può avventurare in pronostici dal margine d’errore minimo, in quanto si tratterebbe più di voli pindarici che di realtà scientifiche. Ciò che è invece fuori discussione, secondo Robert Gallo, è che “è necessario che oltre agli anticorpi sia suscitata anche l’immunità cellulare che dura più a lungo e che il vaccino non sia diretto solo contro la Spike, ma anche contro le altre proteine del virus. Il virus muta e gli anticorpi non durano a lungo. Serve per questo un vaccino che sia capace di armare meglio l’immunità cellulare, basata sulle prime cellule che intercettano e distruggono il virus”.



ROBERT GALLO: “COVID NON È UNA VIROSI STAGIONALE”

Ancora sulle colonne de “Il Mattino”, Robert Gallo ha chiarito che SARS-CoV-2 “non è esattamente una virosi stagionale come credevamo all’inizio: adesso fa molto caldo e lui corre quasi senza ostacoli. Se non avessimo il vaccino, che, per quanto imperfetto sia, evita gli effetti più gravi, avremmo un’ondata micidiale. Tuttavia, è possibile che tornino le polmoniti da Covid come all’inizio della pandemia, se ci fossero nuove mutazioni che glielo consentissero”.

Prematuro, quindi, parlare di endemia, in quanto è ancora troppo elevato il numero di persone che si ammalano e, inoltre, in inverno avremo più trasmissioni, “ma anche nuove varianti e nuovi vaccini – ha puntualizzato Robert Gallo –. Questi però saranno costruiti su Omicron 1 e 2 e sappiamo che i guariti di quella infezione prendono ora quella provocata da Omicron 5, quindi c’è ancora da lottare”. Come è meglio comportarsi, dunque? Vaccinarsi con la quarta dose o aspettare che arrivi il vaccino aggiornato? “Dipende da quando è stata fatta l’ultima dose del vaccino – ha risposto Gallo –. Se fosse dopo 6 mesi, io mi rivaccinerei sempre. Certo, un nuovo vaccino sarebbe meglio, ma rischiamo sempre di avere a che fare con una nuova variante. Il virus cerca sempre di sfuggire all’immunità. Le mascherine? Possono servire a limitare la circolazione del virus e delle infezioni, ma la gente è stanca e non è facile convincere tutti a indossarle”.