C’è un nuovo interessante studio sul covid che relaziona il virus al diabete. Il legame è sempre stato attenzionato dagli studiosi di tutto il mondo da quando la pandemia è scoppiata, dal febbraio del 2020, ma secondo un recente lavoro realizzato dai ricercatori dell’Università di Osaka in Giappone, vi sarebbe la forte possibilità che il virus inneschi addirittura il diabete per via della sua capacità di interferire con la segnalazione dell’insulina nell’organismo. Nel dettaglio il SARS-CoV-2 attiverebbe il gene IRF1 che codifica il fattore regolatore dell’interferone 1, alterando quindi le segnalazioni dell’insulina e dell’IGF-1 in polmoni, fegato, tessuto adiposo e cellule pancreatiche. Si tratta di risultati “sorprendenti” così come li ha definiti Iichiro Shimomura, autore dello studio.



“L’infezione da SARS-CoV-2 ha influenzato l’espressione dei componenti della via di segnalazione dell’insulina e dell’IGF-1 nel polmone, nel fegato, nel tessuto adiposo e nelle cellule pancreatiche. Inoltre, questi cambiamenti sono stati in parte attribuiti all’attivazione del fattore di regolazione dell’interferone 1 (IRF1)”. Jihoon Shin, primo autore dello studio, ha aggiunto: “Le vie di segnalazione dell’insulina e dell’IGF-1 sono elementi chiave nella regolazione del metabolismo energetico e della sopravvivenza cellulare. Pertanto, sospettavamo che il SARS-CoV-2 influisse su questo percorso causando problemi con la regolazione della glicemia”.



STUDIO COVID-DIABETE, ECCO COSA E’ EMERSO

I ricercatori nipponici, per “confermare” il collegamento fra diabete e covid, hanno analizzato i dati di espressione genica dei pazienti, ma anche modelli in vivo e in vitro infettati dal covid, per cercare specificamente i geni che “erano notevolmente sovra o sotto espressi – scrive Il Fatto Quotidiano – rispetto a pazienti non infetti”.

E’ stato inoltre evidenziato che l’espressione di IRF1 è elevata nei pazienti anziani e negli uomini, ma anche negli obesi e in quelli con diabete. Secondo Shin “La diminuzione dell’espressione di IRF1 mediante il trattamento con fattori come il diidrotestosterone e il desametasone potrebbe aiutare a mitigare gli effetti di COVID-19”. Stando agli autori di questo studio è necessario identificare i pazienti a maggior rischio e intervenire per diminuire l’attivazione di IRF1, evitando così l’insorgere di gravi conseguenze derivanti dal covid nella popolazione suscettibile.