Nonostante la pandemia di Covid sia “esplosa” ormai quasi due anni e mezzo fa, sono ancora numerosi gli interrogativi che gravitano attorno ad essa. Ad esempio, quando si possono contagiare le altre persone e quando, invece, si è immuni dal virus? A provare a dare una risposta esaustiva è stato un team di ricercatori composto da Claire Johnston, specializzanda in microbiologia e malattie infettive, Harriet Hughes, consulente in microbiologia e malattie infettive, Sion Lingard, consulente in protezione della salute, Stephen Hailey, medico di base, e Brendan Healy, consulente in microbiologia e malattie infettive.
Il loro lavoro di ricerca è stato pubblicato su “The Bmj” e in esso si legge che l’analisi dell’evoluzione delle evidenze relative all’infettività, al rischio di trasmissione, al rischio di reinfezione (che dipende dalle varianti circolanti) e all’immunità può essere molto impegnativa. Innanzitutto, “non ci sono dati sufficienti per definire con precisione quando un individuo non sia più infettivo. Probabilmente sarà sempre necessaria una valutazione del rischio individuale, che dovrà tenere conto del rischio generale di infezione nella comunità”. Tendenzialmente, però, le persone “sono più infettive nelle prime fasi della malattia, immediatamente prima e poco dopo l’insorgenza dei sintomi. L’infettività e la carica virale diminuiscono dall’inizio dei sintomi” e “nei casi lievi o moderati, si ritiene altamente improbabile che gli individui siano infettivi oltre i 10 giorni”.
COVID, CONTAGIO E IMMUNITÀ: LO STUDIO
Altro quesito legato alla pandemia di Covid: tutti gli individui sono ugualmente infettivi? Lo studio risponde così: “Gli individui non sono ugualmente infettivi tra di loro. La trasmissione varia in base a fattori specifici dell’ospite e del contatto e alla natura dell’esposizione. In un lavoro di ricerca si è visto che i tassi di trasmissione sui treni sono stati più alti nei passeggeri che occupavano posti adiacenti e sono aumentati con la durata del contatto stretto e con la vicinanza. La trasmissione nei passeggeri che hanno occupato immediatamente il posto lasciato libero da un individuo positivo si è verificata solo in un caso su 1342 (0,075%)”.
Quanto alla reinfezione, “è più probabile che si instauri in individui con sintomi e malattia più grave. L’immunità da Covid diminuisce con il passare del tempo dall’infezione o dalla vaccinazione. La reinfezione è più probabile quando emerge un nuovo ceppo, in particolare se questo ceppo ha proprietà che gli permettono di eludere l’immunità sviluppata da una precedente infezione o vaccinazione. Uno studio prospettico ha dimostrato che l’immunità acquisita con l’infezione è diminuita dopo un anno nei partecipanti non vaccinati, ma è rimasta costantemente superiore al 90% in coloro che sono stati successivamente vaccinati, così come nelle persone infettate più di 18 mesi prima”.