Dopo il Covid, si è registrato un autentico boom di esami al cuore e di tac toraciche: lo rivela uno studio pubblicato sul “Journal of Internal Medicine”, prestigiosa e autorevole rivista scientifica internazionale. A condurlo è stato un gruppo di ricercatori che ha valutato l’impatto, a distanza di tempo, della prima ondata di contagi Covid nella regione più colpita d’Europa, la Lombardia. Il team di esperti comprendeva il Policlinico di Milano, l’Università di Milano, la Regione Lombardia, l’Istituto Mario Negri e si è basato sull’analisi dei dati amministrativi (resi anonimi) della Regione.
A darne notizia è il “Corriere della Sera”, che spiega che si è valutato nella ricerca cosa è accaduto a distanza di sei mesi in chi ha contratto l’infezione e si è negativizzato al tampone entro il 30 giugno 2020, escludendo i pazienti gestiti nelle residenze sociosanitarie per anziani (Rsa). “Il 43% (20.521) – si legge nel report – non aveva fatto ricorso all’ospedale (età media 50 anni), il 54% (26.016) era stato curato in reparti non intensivi (età media 62 anni) e il 3% (1.611) era stato assistito in terapia intensiva (età media 59 anni, solo il 13,5% con più di 70 anni, a riprova della drammatica selezione che è stato necessario attuare fra chi si poteva o meno assistere, vista la limitatezza dei posti letto nelle rianimazioni)”.
POST COVID: AUMENTO ESAMI AL CUORE E NON SOLO
Nello studio citato sul “Corriere della Sera”, viene riportato inoltre che a distanza di sei mesi dalla negativizzazione del tampone sono morti l’1,2% degli infettati che avevano sofferto di Covid a domicilio, il 2% di quelli ricoverati nei reparti non intensivi (questi hanno avuto la peggior sopravvivenza) e lo 0,7% di quelli che erano stati assistiti nelle rianimazioni. Nello stesso periodo “sono dovuti ricorrere a un nuovo ricovero il 5,3% di quelli che erano stati curati a casa, il 10,9% di quelli che erano stati ospedalizzati e 16,3% di era stato ricoverato in intensiva”.
A seguito della comparsa della pandemia di Covid, c’è poi un altro aspetto peculiare: “Le visite mediche sono più che raddoppiate rispetto al pre-pandemia, le spirometrie hanno avuto una esplosione, con una moltiplicazione addirittura di 50 volte nelle persone che erano state in intensiva, gli elettrocardiogrammi sono più che quintuplicati nei pazienti che curati nelle rianimazioni e oltre che raddoppiati in quelli ricoverati nei reparti non intensivi. Stesso andamento per le tac del torace, che sono cresciute di 32 volte nei pazienti dimessi dai reparti più critici e di 5,5 volte in quelli ricoverati nei reparti di degenza normale. Anche la necessità di controlli degli esami del sangue è cresciuta moltissimo, in tutti i gruppi, compresi quelli che il Covid l’hanno avuto a casa”.