Covid, nuovi studi sulle reinfezioni e disturbi prolungati provocati dalle ricadute. Quali rischi comporta sul sistema immunitario prendere più volte il coronavirus, e come si comporta l’organismo di fronte a questo problema? Le risposte sono piuttosto contrastanti. Nell’ultimo anno, a causa delle differenti varianti del Covid moltissime persone al mondo hanno sofferto di infezioni ripetute anche tre o quattro volte. Un problema che sembra essere più evidente in alcuni pazienti piuttosto che altri, che sembrano invece diventare quasi del tutto immuni già dopo la prima trasmissione del virus.



Molte ricerche hanno dimostrato che possono esserci danni a lungo termine, come ad esempio sintomi prolungati come quelli della sindrome da “Long Covid”, mentre per altri è il sistema immunitario a subire danni non essendo più in grado di riconoscere adeguatamente i virus. Dall’altra parte alcuni studiosi sostengono invece che una reinfezione da Covid non provochi danni peggiori di quelli di un semplice raffreddore ripetuto. Tutte e due queste posizioni sono corredate da prove scientifiche e dati. Ne parla la rivista Nature, che facendo il bilancio degli studi più importanti pubblicati fino ad oggi, analizza il fatto che, forse il pericolo della reinfezione da Covid non è così grave come sembra.



Reinfezione da Covid, e probabili rischi sul sistema immunitario

I rischi più comuni dell’esposizione prolungata al Covid per chi prende il virus più volte nel corso della vita, sono rappresentati dal potenziale sviluppo della sindrome da Long Covid, cioè un insieme di sintomi che permangono anche quando il virus scompare dall’organismo. Questo si manifesta in moltissimi pazienti, e dai dati pubblicati in Gran Bretagna appare che almeno l’80% dei partecipanti al sondaggio ha affermato di avere avuto, almeno un peggioramento dei sintomi durante le ricadute, rispetto alla prima infezione. Tuttavia, è il dibattito su una probabile “compromissione” del sistema immunitario che rimane il più controverso.



Però, come conclude l’immunologo John Tsang dell’Università di Yale, “Non è facile tracciare l’infezione, e le sue evoluzioni attuali nelle persone che si reinfettano, specialmente perchè i test sono diminuiti“. Inoltre, conclude il professore “Entrano in gioco anche gli effetti dei vaccini, ed ancora “Ci vorrà tempo per incastrare tutte questi fattori prima di poter stabilire con esattezza cosa realmente accade.”