Da quando la pandemia Covid ha stravolto le nostre vite non sono mancati casi di reinfezioni, che hanno sollevato la delicata questione della durata dell’immunità. Ora c’è uno studio che riporta casi di reinfezione per la terza volta. Ci riferiamo allo studio iraniano realizzato dai ricercatori della Mashhad University of Medical Sciences e pubblicato su Clinical Case Reports. I risultati di questa ricerca, oltre a confermare che l’immunità non è permanente e rischia di creare un senso di falsa protezione per le persone già infettate e quindi guarite. Sono tre i casi citati. Uno riguarda una donna di 58 anni senza alcuna patologia pregressa. L’altro riguarda un uomo di 48 anni, il terzo invece un uomo di 46 anni.
Il segno clinico delle reinfezioni è spesso più lieve di quello delle infezioni primarie, ma in questo studio le manifestazioni cliniche della reinfezione erano diverse. Una persona ha mostrato sintomi lievi, due hanno mostrato sintomi moderati e hanno richiesto il supporto di ossigeno. I risultati dei test sierologici erano variabili in tutti i pazienti nei tre periodi.
REINFEZIONE COVID PER LA TERZA VOLTA: LE IPOTESI
Per l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms) non ci sono prove sufficienti per verificare l’immunità anticorpo-mediata in questa pandemia Covid per garantire la sicurezza delle persone. Di conseguenza, permangono molti dubbi. Ad esempio, non è certo che la risposta immunitaria sia protettiva in ogni paziente infetto e quanto duri il suo effetto protettivo. Invece gli studi sugli animali mostrano una risposta immunitaria temporanea contro la reinfezione. Riguardo le cause della terza reinfezione, i ricercatori ipotizzano che possa esserci una riattivazione virale legata allo stato immunitario della persona, a fattori virologici e al tipo-livello di immunosoppressione. Un’altra possibilità è che ci siano casi di falsi negativi e che quindi risultino guariti non essendolo in realtà. Queste sono le due ipotesi più probabili rispetto ad una nuova infezione con lo stesso virus o uno diverso.