Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto Mario Negri, è intervenuto nelle scorse ore ai microfoni della trasmissione televisiva di La 7 “In Onda”, parlando di Coronavirus. In primis, l’esperto ha evidenziato che in Italia la curva dei contagi sta rallentando e il picco potrebbe esserci tra un paio di settimane, “ma non è detto che ci sia. Potrebbe esserci un plateau, ora abbiamo un aumento di casi e ricoveri, ma in percentuale l’incremento è inferiore a quello delle scorse settimane. Abbiamo la ragionevole speranza che in un paio di settimane le cose inizino almeno a stabilizzarsi”.



Remuzzi ha tenuto a sottolineare il concetto di “speranza“, in quanto anche nell’ambito scientifico non ci sono sicurezze assolute: “Se in questo ambito qualcuno vi dice di avere certezze, non credetegli. La scienza non è la Bibbia, non abbiamo una situazione statica. È estremamente dinamica, oggi ho imparato cose che ieri non sapevo. La scienza funziona così. All’inizio tanti di noi dicevano che il virus non muta, invece muta tantissimo. Inizialmente si diceva che la vaccinazione eterologa sarebbe stata un pasticcio, ora sappiamo che la risposta del sistema immunitario è molto più forte”.



REMUZZI: “DIFFICILE FARE PREVISIONI SUL COVID, MA DOVREBBE RESTARE CON NOI ANCORA PER DUE ANNI”

Nel prosieguo della sua apparizione televisiva di fronte alle telecamere di “In Onda”, Giuseppe Remuzzi ha detto la sua sulla vaccinazione per i bambini, che scatterà giovedì 16 dicembre 2021 in tutto il Belpaese: “I bambini tra i 5 e gli 11 anni vanno vaccinati, non rischiano nulla col vaccino. Tra Usa, Cuba e Israele sono stati vaccinati quasi 5 milioni di bambini e non c’è nessun allarme”, ha asserito, quasi a voler rassicurare i genitori più titubanti circa l’opportunità di far inoculare il siero anti-Covid nei loro figli.



Del resto, il virus non si esaurirà in breve tempo, purtroppo: “È difficilissimo fare previsioni, ma direi che il Covid starà con noi per i prossimi due anni – ha chiosato Remuzzi –. Potrebbe creare danni a persone particolarmente fragili, ma diverrà sempre meno pericoloso e più conosciuto”.