Gli scienziati della EcoHealth Alliance, che collaborava con l’Istituto di virologia di Wuhan per raccogliere e studiare i virus dei pipistrelli prima che scoppiasse la pandemia Covid, possono riprendere gli esperimenti, dopo una sospensione di tre anni, ma con forti restrizioni. Per riuscire a mantenere i finanziamenti, infatti, i “cacciatori di virus” sono stati costretti a limitare il loro lavoro. Il National Institutes of Health (NIH) ha proibito al team di condurre qualsiasi ricerca in Cina e vietato la raccolta di pipistrelli o umani. Inoltre, agli scienziati è vietato coltivare virus chimerici, condurre esperimenti di infezione o fare qualsiasi cosa che abbia il potenziale di incrementare la virulenza o la trasmissione di un virus.



Stando a quanto rivelato dal Telegraph, al team è stato anche imposto di operare al livello di biosicurezza 3 (BSL-3), che è il livello riservato a chi studia gli agenti infettivi o tossine che possono essere trasmessi tramite l’aria o causare un’infezione potenzialmente letale. Invece, in precedenza il lavoro all’Istituto di virologia di Wuhan veniva svolto in base al livello di biosicurezza 2, quindi inferiore. Gli scienziati hanno riferito alla rivista Nature di non aver mai visto una sovvenzione con così tante clausole. La EcoHealth Alliance, che ha sede negli Stati Uniti ed è guidata dallo zoologo britannico Peter Daszak, ha dichiarato di aver accettato «meccanismi di supervisione aggiuntivi» nell’ambito della sovvenzione quadriennale di 2,9 milioni di dollari.



DASZAK “NESSUN ESPERIMENTO IN CINA”

Peter Daszak ha confermato al Telegraph che è ancora possibile condurre ricerche, ma con le dovute restrizioni, precisando che il delicato clima politico che circonda gli esperimenti sui virus ha reso più difficili le operazioni precedenti. «Abbiamo molti campioni umani e di pipistrelli non testati provenienti da altri Paesi. Ci siamo resi conto che possiamo ancora rispondere a domande fondamentali sulla diffusione del coronavirus anche senza ulteriori campionamenti o lavori di laboratorio in Cina». Quindi, è stato proposto al National Institutes of Health (NIH) «di non effettuare alcun campionamento sul campo in Cina o altrove, di sostituire il lavoro sui virus ricombinanti con esperimenti di modellazione al computer e di legame con le proteine e di condurre qualsiasi coltura di coronavirus dei pipistrelli a BSL-3». Gli esperti di biosicurezza hanno dichiarato al quotidiano britannico che la portata limitata della sovvenzione riflette la diffusa preoccupazione per il lavoro svolto dagli scienziati prima della pandemia.



“GOVERNI DEVONO CONCORDARE REGOLE”

Per Ridley, coautore di “Viral: The Search for the Origin of Covid-19“, queste restrizioni sono una «grande ammissione» del fatto che la ricerca precedente era potenzialmente pericolosa. «Piuttosto che allontanarsi silenziosamente in punta di piedi da questo tipo di ricerca, sarebbe meglio che i governi si riunissero e concordassero una politica», ha aggiunto. Ma il professor Bryce Nickels, della Rutgers University, cofondatore di Biosafety Now, è ancora preoccupato. «È strano che il NIH abbia ripristinato la sovvenzione. Certo, tutto ciò che è stato eliminato è ciò che la gente teme possa aver causato la pandemia, ma sono sinceramente spaventato dal fatto che si permetta a questa ricerca di continuare. Penso che una ricerca come questa metta a rischio tutti nel mondo, è spaventoso». Invece, per il professor Richard Ebright, biologo molecolare anch’egli della Rutgers University, la nuova ricerca sarà «meno avventata», d’altra parte non cancellerà le precedenti cattive pratiche del settore.