Un recente studio pubblicato sulla celebre rivista Nature è riuscito a svelare quello che per lungo tempo è stato un vero e proprio mistero: ovvero come mai alcune persone infettate con il covid siano risultate sempre asintomatiche. A condurre lo studio sono stati alcuni ricercatori dell’Università della California di San Francisco, coordinati dal dottore Jill Hollenbach, che hanno concluso come il responsabile sia una determinata mutazione genetica. Non si tratterebbe, tuttavia, di una certezza matematica e statistica, ma i loro importanti risultati spiegherebbero, almeno in parte, come mai per tutta la durata della pandemia da covid tantissime persone in tutto il mondo sono sempre risultate asintomatiche, scoprendo l’infezione quasi per caso, mentre altre alle più piccole avvisaglie del virus sono state costretta anche al ricovero ospedaliero.



Qual è il segreto degli asintomatici al covid: la variante HLA-B*15:01

Insomma, secondo quanto sono riusciti a scoprire i ricercatori americani, gli asintomatici al covid condividono, almeno in parte, una particolare mutazione genetica che colpisce l’antigene leucocitario umano (anche detto HLA). Da una prima analisi, infatti, hanno scoperto che circa il 20% di un campione di persone condivideva la variante dell’HLA chiamata “B*15:01”, condivisa però anche da un ulteriore 9% di persone che avevano manifestato alcuni sintomi, seppur lievi.



Similmente, hanno anche scoperto che chi aveva almeno due copie della variante HLA-B*15:01 aveva, complessivamente, l’80% in più di possibilità di non manifestare sintomi da covid. In tutto il mondo la variante è diffusa in circa il 10% della popolazione, ed è importante sottolineare che non rende effettivamente immuni dal virus, ma fornisce una protezione piuttosto importante contro i sintomi, specialmente se gravi. Insomma gli asintomatici da covid grazie alla mutazione riescono a rispondere molto più celermente all’infezione, debellandola e non permettendole di diffondersi, stimolando il sistema i9mmunitario alla risposta, anche non avendo mai visto il virus in precedenza. La motivazione è che il coronavirus condivide molti tratti con le influenze stagionali, che hanno infettato la maggior parte delle persone al mondo almeno una volta.

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