I casi di covid stanno risalendo in Italia. I primi segnali di rottura forse, iniziano a intravedersi all’orizzonte, con una stagione fredda ormai prossima a fare il suo esordio (domani, 21 settembre, scatterà l’autunno 2022). Come si legge sul sito de IlSole24Ore.it, i contagi stanno leggermente rialzandosi su tutto il territorio nazionale, un andamento che ovviamente è coinciso con il ritorno sul luogo del lavoro e a scuola dopo la pausa estiva. A complicare ulteriormente la situazione è la continua mutazione del covid, così come sottolineato nella giornata di ieri da Marco Cavaleri, responsabile vaccini e prodotti terapeutici Covid dell’Agenzia europea dei medicinali (Ema): «sta mutando a velocità pazzesca, continua a farlo e dobbiamo aspettarci che ci saranno ancora parecchie mutazioni nei prossimi mesi».
Per poi aggiungere: «effettivamente stiamo uscendo dalla pandemia ma il virus è ancora imprevedibile. Tutti vogliamo essere ottimisti e abbiamo costruito un’immunità nella popolazione sempre più alta, ma in vista dell’autunno ci vuole un più prudenza». Cavaleri ha quindi ribadito l’importanza delle prossime campagne vaccinali, sottolineando per l’ennesima volta che tutti i vaccini approvati da Ema sono sicuri ed efficaci contro la variante Omicron «inutile scervellarsi su quale usare».
COVID IN RIPRESA IN ITALIA, CAVALERI: “SERVONO VACCINAZIONI MIRATE”
Cavaleri invita a vaccinare in maniera più mirata rispetto al passato: «è importante pensare a rivaccinazioni mirate, ovvero per gli anziani, i soggetti fragili e le donne incinte: queste categorie devono rivaccinarsi con i vaccini adattati, non importa quale usare perchè sono tutti efficaci, e adesso è il momento di farlo perchè stiamo entrando nella stagione fredda e ci sarà un nuova ondata Covid». E in vista del futuro: «speriamo di arrivare alla vaccinazione anti-Covid una volta l’anno come per l’influenza, e per le categorie più a rischio».
In merito ai possibili segnali di inversione di tendenza, il matematico del Cnr, Giovanni Sebastiani, ha spiegato: «La causa è verosimilmente legata alla ripresa delle attività lavorative a inizio settembre». Cesare Cislaghi, già presidente della Società italiana di epidemiologia, evidenzia una ripresa dei contagi «in più della metà delle Regioni: questo ci dice che la circolazione del virus non sta esaurendosi, almeno a breve termine».