Giuseppe Remuzzi, direttore dell’istituto di ricerche farmacologiche “Mario Negri”, ha affrontato sulle colonne de “Il Corriere della Sera”, mediante un articolo scritto di suo pugno, la questione Covid. In primis, il professore ha annunciato che curarsi a casa è possibile, purché lo si faccia sin dai primi sintomi: i primi dieci giorni sono cruciali per fermare il virus, prima che raggiunga le cellule del sangue e cominci a diffondersi in tutto l’organismo. Oltre alla tempestività d’intervento, servono i farmaci giusti, anche se fino a questo momento gli studi controllati sulle cure a casa sono pochi. Stando a uno studio pubblicato su “Lancet”, due “puff” al dì di un preparato usato per l’asma (contenente Budesonide) ridurrebbero dell’80% la necessità di cure ospedaliere.
Un’altra ricerca si focalizza sull’impiego di uno sciroppo della tosse che contiene Bromexina, in grado di inibire l’enzima che consente alla proteina spike di legarsi al suo recettore. Interessanti anche l’ivermectina, antiparassitario solitamente utilizzato negli animali e il metotrexato, farmaco anticancro che potrebbe uccidere il virus esattamente come fa con le cellule tumorali. Il problema, secondo Remuzzi, è che questo farmaco “costa poco o niente: servirebbe un investimento pubblico o qualche persona generosa che abbia voglia di aiutare quei medici, che hanno già tutto pronto per avviare questi studi”.
REMUZZI: ANTICORPI MONOCLONALI, IMMUNITÀ DI GREGGE E…
Giuseppe Remuzzi su “Il Corriere della Sera” afferma poi che gli anticorpi monoclonali vanno somministrati molto presto in pazienti con malattia lieve o moderata. Farli a casa non si può, in quanto vanno dati in flebo e durante l’infusione possono esserci disturbi. Intanto, la fondazione Toscana Life Sciences con Rino Rappuoli sta dando un contributo importante a queste ricerche: “Hanno messo a punto un anticorpo apparentemente molto potente ed efficace anche contro le varianti (perlomeno in laboratorio) e non è nemmeno escluso che possa funzionare anche nelle fasi avanzate della malattia”. Intanto, il Governo americano ha interrogato 723 epidemiologi, chiedendo loro quando e se potremo tornare alla vita di prima. Risposta: avremo un’estate migliore, al rientro dalle ferie apriremo le scuole e potremo invitare gente a casa per le vacanze di Natale, ma il virus continuerà a circolare, anche se presto o tardi finirà per diventare uno dei tanti coronavirus, come quelli del raffreddore. In Italia, però, all’immunità di gregge potremo non arrivarci mai, dal momento che basta l’arrivo di una variante ancora sconosciuta per cancellarla, anche quando si può pensare di averla raggiunta. Remuzzi conclude dicendo: “Se qualcuno ha delle certezze su questa pandemia, non credeteci. Contro questa pandemia serve la sorveglianza, lavorare sul campo, l’esperienza delle epidemie precedenti”.