I soggetti vaccinati non solo sono suscettibili all’infezione Covid, ma quando si contagiano possono trasmettere il coronavirus negli ambienti domestici. A sostenerlo sono i ricercatori dell’Imperial College in uno studio pubblicato a fine ottobre che riguardava la variante Delta. Sono tornati ora sull’argomento per The Lancet Infectious Diseases per fare delle precisazioni. “L’estrapolazione dei nostri dati per commentare l’effetto della vaccinazione in un contesto più ampio o a livello di popolazione richiede un’attenta considerazione dei limiti del nostro studio“, scrivono i ricercatori. Quello studio era un’istantanea della trasmissione della variante Delta nelle famiglie britanniche.
La maggior parte dei partecipanti non vaccinati erano bambini e adolescente, quelli vaccinati invece adulti, in virtù della programmazione della campagna vaccinale. Quindi, i ricercatori avevano appreso che “nonostante la vaccinazione, la variante delta si trasmette facilmente nelle famiglie, e le persone non vaccinate non possono quindi contare sull’immunità della popolazione vaccinata per la protezione, poiché rimangono suscettibili di infezione, malattia grave e morte“.
“PROCEDERE CON RICHIAMI E VACCINI AD ADOLESCENTI”
D’altra parte, i ricercatori britannici evidenziano anche “aumentare l’immunità della popolazione attraverso programmi di richiamo e la vaccinazione degli adolescenti aiuterà ad aumentare l’effetto protettivo a livello di popolazione della vaccinazione sulla trasmissione della variante Delta“. Inoltre, la protezione diretta per chi rischia esiti gravi per il Covid, tramite vaccini e interventi non farmacologici, resta necessaria. Nella lettera si fa riferimento diretto all’infettivologo Carlos Franco-Peredes, secondo cui la vaccinazione non dovrebbe sostituire le misure di mitigazione della diffusione del Covid e che l’obbligo vaccinale degli operatori sanitari non avrebbe alcun impatto sulla trasmissione negli ospedali.
“Anche se i nostri risultati supportano la conclusione di Franco-Peredes che lo stato di vaccinazione non dovrebbe sostituire le pratiche di mitigazione della salute pubblica sociale e fisica, i chiarimenti di cui sopra spiegano perché i nostri risultati non supportano la sua affermazione che la vaccinazione obbligatoria degli operatori sanitari non ridurrebbe la trasmissione nosocomiale della SARS-CoV-2“, concludono infatti i ricercatori.