La Sicilia, ad oggi, è la regione italiana a maggior rischio di passaggio in zona gialla nell’immediato. Lo rivelano le statistiche diramate, che non consentono agli abitanti dell’isola di dormire sonni tranquilli: infatti, al momento l’occupazione delle terapie intensive è pari al 9% e quella dell’area medica addirittura si attesta al 15%. Ergo, se fino a martedì dovesse essere confermato il trend di crescita dei ricoveri, con un +2% nelle terapie intensive e un +1% in area medica, il cambio di colore diventerebbe automatico già dal prossimo 23 agosto.



Come se non bastasse, anche il parametro relativo all’incidenza è superiore ai 50 casi settimanali ogni 100mila abitanti (140,16). Situazione leggermente migliore, ma del tutto simile a quella della Sicilia, per la Sardegna, che ha una percentuale di ricoveri in terapia intensiva pari al valore soglia (10%) e quella di ricoveri ordinari che si attesta all’8%. Cifre che invitano a riflettere, ma che non fanno accendere alcuna spia sul monitor dei decisori politici e sanitari: in questo caso, la zona gialla non è ancora una realtà da prendere in considerazione nell’immediato.



SICILIA A RISCHIO ZONA GIALLA, MUSUMECI: “RISCHIAMO UN LOCKDOWN A OTTOBRE”

In questa rovente estate 2021, la Sicilia è al primo posto per contagi e all’ultimo per vaccinazioni. Un doppio record negativo che il presidente, Nello Musumeci, desidera cancellare quanto prima e, per raggiungere tale obiettivo, ha inteso lanciare un appello attraverso le colonne del quotidiano “La Sicilia”, dichiarando quanto segue: “A questo triste primato concorrono almeno due ragioni. Certamente, la diffusione della variante Delta, che ormai in tutta Europa ha la prevalenza e corre tra i giovani in modo veloce. L’andamento siciliano, peraltro, si allinea con i luoghi a maggiori flussi estivi: in Sicilia in questo mese di agosto abbiamo il 50 per cento in più di popolazione, quindi il aumento del rischio contagi”.



C’è poi il secondo aspetto, relativo all’andamento della campagna vaccinale: “Siamo partiti correndo, ma strada facendo ha prevalso il fatalismo in una parte non marginale dei cittadini, rinunciatari verso il vaccino. Sul piano organizzativo abbiamo dato tanto, dagli hub al coinvolgimento di tutti i professionisti, a partire dai medici di famiglia. Oggi proviamo a dare di più, ma i cittadini devono fare la loro parte, altrimenti il rischio non è la zona gialla, ma l’incombere di una violenta quarta ondata e di un nuovo lockdown a ottobre”.