Sulla questione Covid nelle acque reflue di Milano, è giunto un nuovo studio a cura dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri, dell’Università Statale di Milano e della Regione Lombardia, mediante il quale si dimostra che a novembre 2020 e a novembre 2021 la carica virale era sostanzialmente analoga, nonostante il numero di ricoverati e di positivi nel 2021 fosse notevolmente inferiore. Merito, secondo gli studiosi, dell’efficacia dei vaccini contro SARS-CoV-2.



A dare spazio alla ricerca è “Quotidiano Sanità”, che cita la nota diffusa dall’istituto Negri: “Attraverso i reflui urbani è possibile intercettare anche la popolazione positiva asintomatica che sfugge agli indicatori epidemiologici tradizionalmente usati per la sorveglianza del Covid-19: nuovi positivi e ospedalizzazioni da Covid-19 al giorno. Queste evidenze possono favorire un più accurato processo decisionale delle autorità locali e nazionali, in quanto integrano in modo significativo le evidenze basate sui numeri dei nuovi positivi e delle ospedalizzazioni da Covid-19 al giorno. In quest’ottica, il monitoraggio del SARS-CoV-2 nelle acque reflue può assumere un ruolo centrale anche se non esaustivo, poiché fornisce una misura obiettiva della circolazione del virus nel complesso della popolazione, pur non essendo in grado di segmentarne la diffusione in termini demografici”.



CARICA VIRALE COVID A MILANO, NELLE ACQUE REFLUE: LO STUDIO

In particolare, sottolinea ancora “Quotidiano Sanità”, le rilevazioni del 30 novembre 2021 hanno mostrato una carica virale nelle acque reflue di Milano simile a quella registrata il 10 novembre 2020, nonostante il numero di positivi e ricoverati differisse enormemente (4.672 i ricoverati e 252 i ricoverati a Milano a novembre del 2021, oltre 20mila i positivi e 2.500 i ricoverati nello stesso periodo dell’anno precedente). “La messa in campo di questo nuovo approccio alla sorveglianza di SARS-CoV-2 – ha asserito Laura Pellegrinelli, ricercatrice dell’Università Statale di Milano – ci permette di avere un vantaggio sul virus, prevedendone la circolazione massiccia con ben due settimane di anticipo ed eventualmente intercettando l’introduzione di nuove varianti. L’epidemiologia delle acque reflue apre nuove opportunità per la sorveglianza di future epidemie”.



Giovanni Nattino, a capo dell’Unità di Inferenza causale in Epidemiologia del Mario Negri e responsabile delle analisi statistiche, ha confermato che, nonostante il virus circolasse anche tra i vaccinati, i vaccini sono stati fondamentali nel prevenire le forme sintomatiche e gravi della malattia. Questo “dovrebbe mettere in guardia gli individui immunocompromessi e chi non ha ancora ricevuto il vaccino, poiché il rischio di contrarre il virus è molto superiore rispetto a quanto può essere ipotizzato sulla base del numero di casi positivi e ospedalizzati”.