Potrebbe arrivare la parola fine anche per l’ultimo divieto dell’epoca Covid. Parliamo dello stop all’isolamento, la conferma è arrivata dal ministro della Salute Orazio Schillaci:L’abolizione dell’isolamento per i positivi al Sars-CoV-2 è una questione di giorni. Ora che abbiamo il nuovo direttore generale della prevenzione (Francesco Vaia, già direttore generale dello Spallanzani, prende il posto di Giovanni Rezza, ndr) lo togliamo”, le sue parole ai microfoni dell’Eco di Bergamo.



Chi oggi risulta positivo al Covid, deve rimanere a casa per almeno cinque giorni dal primo test positivo o dalla comparsa dei sintomi. Per i casi asintomatici, l’isolamento può terminare anche prima dei cinque giorni qualora un test antigenico o molecolare effettuato presso struttura sanitaria/farmacia risulti negativo. In altri termini, con l’abolizione dell’isolamento il Covid viene equiparato alle malattie più comuni.



Covid, stop all’isolamento dei positivi: le reazioni

“Lo stop all’obbligo di isolamento dei positivi mi pare una soluzione assolutamente auspicata da tempo. Siamo rimasti l’ultimo Paese in Europa ad avere ancora questo tipo di limitazione che è anacronistica, vecchia e sbagliata”, le parole all’Adnkronos di Matteo Bassetti. L’infettivologo condivide, dunque, l’indirizzo di Schillaci: è una misura che “fondamentalmente non darà nessun tipo di beneficio se non complicare le cose dal punto di vista del turismo e dal punto di vista logistico, e soprattutto mettere su due piani diversi chi è positivo al tampone ‘fai da tè e chi invece è positivo al tampone ufficiale. E’ evidente che questa distinzione oggi è giusto che venga cancellata, in modo tale da rendere il Covid come tante altre malattie infettive”. Queste, invece, le parole dell’epidemiologo Pier Luigi Lopalco: “Una persona portatrice di una qualsiasi malattia contagiosa dovrebbe seguire le norme dell’isolamento domiciliare. E seppure eliminiamo le indicazioni speciali per Covid-19, non bisogna dimenticare che restano comunque in piedi le norme di igiene e profilassi standard”.

Leggi anche

POVERTÀ E DIVARI TERRITORIALI IN UE/ I numeri di Eurostat che bocciano i fondi a pioggia