Giulio Gallera, assessore al Welfare della Regione Lombardia ha annunciato nei giorni scorsi le nuove linee guida per la somministrazione di terapie domiciliari ai pazienti Covid approvate dal CTS regionale “a supporto del prezioso lavoro dei medici di base per i loro assistiti”. Il documento, ha spiegato Gallera, sarà recepito in una delibera che la Giunta regionale esaminerà prossimamente. Le nuove regole sono state elaborate dal gruppo tecnico di lavoro del Comitato Tecnico Scientifico lombardo composto da vari specialisti che spaziano da virologi a pneumologi. Le nuove indicazioni operative, ha spiegato Gallera, sono state “Confrontate con il documento predisposto dagli Ordini dei medici della Lombardia e approvate dal CTS in seduta plenaria” ed “hanno l’obiettivo di rendere omogeneo il livello delle cure e dell’assistenza sul territorio”. Tali linee guida fanno riferimento non solo alla somministrazione di farmaci che all’ossigenoterapia e contengono le indicazioni sui tempi ritenuti idonei per le diverse fasi della malattia nonché le soglie di rischio che necessitano il ricovero.



COVID, TERAPIE DOMICILIARI: LE NUOVE LINEE GUIDA

In merito alle linee guida relative alle terapie domiciliari Covid  approvate dal CTS Lombardia, sul portale della Regione viene fatta una sintesi delle principali indicazioni, a partire dai Cortisonici. Questa famiglia di medicinali sono da evitare nei pazienti diabetici e da usare solo per chi necessita di ossigeno terapia. “L’impiego in fase iniziale senza ipossia è pericoloso per la progressione della malattia”, si legge nelle linee guida. In riferimento all’ossigenoterapia, questa è indicata soprattutto in ambiente ospedaliero o in degenze di sorveglianza. L’obiettivo, si legge, è quello di garantire una “SaO2 > 90% adeguando i flussi di O2 a questo target” mentre “fino ad un massimo di 6 litri/min, poi è consigliata l’ospedalizzazione”. L’adozione di una terapia antibatterica dovrebbe avvenire solo in presenza di un reale sospetto di infezione batterica. “Non usare antibiotici in via profilattica”, è la raccomandazione del CTS Lombardia. L’uso di azitromicina e levofloxacina “va limitato ai casi di possibile sovrapposizioni batteriche, sostenute da atipici, non avendo azitromicina dimostrato alcuna azione sul processo infettivo da SARS CoV 2”. Infine, la Profilassi anticoagulante è indicata in caso di fattori di rischio per TEV (allettamento/obesità, pregresso TEV, Padua score) e solo su giudizio medico in base all’età e all’evoluzione clinica del paziente.

Leggi anche

ALZHEIMER/ Non si guarisce, ma c’è una battaglia che offre nuove opportunità di vita“Chi non mangia carne assume cibi ultraprocessati”/ Lo studio che “allerta” vegani e vegetariani